Copenaghen

Cinque giorni a Copenaghen

CINQUE GIORNI A COPENAGHEN

Lunedì 15/06/2015

Anche se abbiamo solo cinque giorni (tre effettivi più due ‘bruciati’ per il viaggio), riusciremo a visitare tutto ciò che di bello offre Copenaghen? Certo, e ci starà anche un viaggio fuori porta.
…E allora si parte.
Arriviamo all’aeroporto della capitale danese nel primo pomeriggio.
Innanzitutto cambiamo i soldi: c’è un’agenzia di cambio ma preferiamo farlo al bancomat (presente anch’esso dentro la struttura). Fate conto che: 1 euro= circa 7 corone danesi (per comodità in tutto il diario vi darò i prezzi delle varie spese in euro).
Cambiati i soldi è ora di raggiungere la città. Ci sono vari modi, ma da quel che ho letto da più parti pare che il più economico sia la metro (altrimenti si può scegliere autobus e treno). Si può acquistare il biglietto ad una delle macchinette automatiche presenti al recupero bagagli ma noi preferiamo prenderlo direttamente alla fermata della metro (dislocata anch’essa dentro l’aeroporto), alla ‘modica’ cifra di 5 euro, usando ilbancomat (in quanto le macchinette non accettano soldi).
La metro ha un sistema curioso di accesso ai binari: non c’è da obliterare il biglietto ne barriere da valicare.
Questo perché il biglietto è valido dal momento in cui si acquista e dura 75 minuti. Da quel che ho capito chi oblitera il biglietto su certe colonnine all’angolo della metro è colui che possiede un abbonamento.
Prima di salire in metro cerchiamo delle mappe di Copenaghen: le si trovano all’entrata della metro o dislocate il giro per l’aeroporto. Infine saliamo a bordo e raggiungiamo la fermata limitrofe al nostro albergo.
Dato che ormai è tardi, ci permettiamo giusto un giro perlustrativo della città. Ci salta subito all’occhio cheè una città a misura d’uomo con poco traffico, automobilisti che rispettano le strisce pedonali, tantepersone in bicicletta, vociare basso e clacson d’auto quasi assente.

Ovvero, una città pacifica e silenziosa.
Ciò che ci colpisce è anche il sole, il quale tramonta più tardi rispetto all’Italia. Infatti alle 22.30 c’è ancora luce.
Data la stanchezza torniamo verso il nostro albergo e ci fermiamo per una fugace cena da un kebabbaro: 10euro per un falafen e una coca (che in questa città, scopriremo, è un prezzaccio).
Dopo cena torniamo in albergo perché domani ci aspetta il tour de force.
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Martedì 16/06/2015

Dopo esserci bardati per bene (la temperatura è di una decina di gradi più bassa rispetto a quella italiana e spira un vento gelido) partiamo alla scoperta della città.
A livello monumentale la capitale ha quasi tutto nel suo centro, cosicché decidiamo di visitare questa zona a piedi e rinviare ad un altro giorno i punti d’interesse più lontani.
Avendo l’albergo a sud della città, la prima tappa è Christiania, ovvero una comunità hippy in stile figli dei fiori, dove vige il peace and love (ma anche ‘and Cannabis’).
Giriamo per questa piccola città nella città: ci si para davanti un ambiente fuori dal mondo, fatto di case dipinte con murales fantasiosi e sgargianti, di zone abbandonate a sé stesse con cianfrusaglie ammucchiate (le quali rovinano l’atmosfera generale), di bancarelle di articoli incentrati sull’uso di droghe leggere e di persone dai vestiti alternativi. Gironzolando si trovano anche ristoranti, bar, strutture adibite a luoghi di meditazione nonché case abitate e persino un laghetto con tanto di barchette in miniatura lasciate al loro destino.
Sulle guide si dice che a Cristiania non si possono fare foto. Parzialmente vero: l’unica zona vietata è la ‘Pusher Street’ in quanto ci sono tanti mini chioschi dove si vendono le droghe. Al di là di questa strada ci si può sbizzarrire.
La visita ci occupa un paio di orette. Poi usciamo dal complesso e ci dirigiamo ad ovest raggiungendo in pochi passi la Vor Frelsers Kirke, una chiesa luterana, aperta dalle 11 alle 15.30, semplice ma carina (specialmente l’interno, con un altare difeso da imponenti sculture di angeli).

Si può anche salire sul campanile alla modica cifra di 4 euro. Bisogna affrontare 400 scalini inerpicandosi esternamente su una guglia ma il panorama che ci si presenta compensa la fatica.
Una volta ammirata la città dall’alto, scendiamo e ci dirigiamo a nord. Attraversando il ponte, raggiungiamo il centro ‘ufficiale’ di Copenaghen. Da qui, costeggiando il fiume, raggiungiamo il Diamanten (una costruzione moderna nera, ovvero la biblioteca della città, posizionata accanto a quella vecchia, ora adibita a museo). Alla destra dei due edifici c’è il palazzo della borsa; lo si riconosce dalla guglia a forma di quattro code di drago attorcigliate.
Proseguendo verso nord attraversiamo delle vie piene di negozi e di vita, fino a giungere e superare la piazza Hojbro Palds, dove si erge la statua di Absalon.
Andando più a nord raggiungiamo la chiesa Trinitatis Kirke. È riconoscibile dalla sua torre cilindrica chiamata Rundtarn (si può anche salire fino in cima). Visitiamo la chiesa ma, pur essendo carina, non eguaglia quella di Vor Frelsers.
Da qui ci spostiamo ancora più a nord, fino a Rosenborg Have, ovvero la residenza reale. Si può visitare gratuitamente il giardino ben curato mentre entrare nel palazzo costa 20€ (il prezzo comprende anche l’ingresso a quello di Amalienborg). Dato che non c’interessa visitarlo, andiamo oltre.
Proseguiamo e ci dirigiamo a sinistra verso la piazza di Norreport, famosa per la sua fontana.
Da qui ci spostiamo verso sud. A pochi passi c’è la Sain Petri Kirke. Peccato che la troviamo chiusa (anche lei fa orario 11.00-15.00). La cosa più curiosa all’esterno di questa chiesa è la presenza nel cortile di una statua raffigurante la morte con la falce che sovrasta un uomo accasciato a terra.
Poco più distante c’è l’università (esternamente non è nulla di che).
Appena più a sud scorgiamo l’ambasciata francese e il teatro reale, dislocate vicino alla piazza Konges Nytorv.

Ancora pieni di energia, raggiungiamo Gammeltorv, una piazzetta con fontana e baretti annessi (ottima per una sosta dissetante).
Proseguendo più a sud giungiamo dinnanzi al museo nazionale (Nationalmuseet): pare che l’ingresso sia gratuito e contenga dei reperti archeologici. Ma vuoi per il tempo vuoi per il poco interesse, proseguiamo oltre.
Andando ancora più a sud, praticamente sulla riva del canale (quello che separa il centro da Christiania), si raggiunge il Christiansborg, il cuore storico della città, sede del parlamento, della corte suprema e degli uffici del governo.
Qui in zona trovate anche lo Slotsholmen, uno spiazzale con una bella fontana con statue di cicogne annesse e la statua equestre del vescovo Absalon. Se andate oltre la statua, verso l’ingresso di Christianborg si può visitare gratuitamente la torre. Dalla torre si ha una panoramica della città ma ho preferito di gran lunga quella di Vor Frelser Kirke.
La giornata non è ancora finita: da Christiansborg andiamo ad ovest verso il famoso parco di divertimenti di Tivoli. Non ci entriamo ma ci limitiamo a gironzolare nei paraggi in quanto a pochi passi si trova la piazza (Radhus Pladsen) con il municipio (si può visitare dalle 9 alle 16), la sua fontana, le sue sculture gargoyliane e i suoi locali (l’Hard Rock Cafè non poteva mancare neanche in Danimarca).
Ad ovest di Tivoli c’è la stazione centrale. Vi entriamo per informarci su prezzi e orari dei treni in quanto vorremmo visitare qualche altro paese al di fuori della capitale. Ci dirigiamo al centro della stazione dov’è presente un infopoint. L’addetto ci fornisce informazioni precise e consigli utili.
Apro una parentesi: facendo un po’ di ricerche su internet ho trovato delle città da non sottovalutare.
Quelle che hanno attirato la mia attenzione sono: Hillerod, Helsingor, Roskilde, Dragor e Malmo. I primi due sono famosi per i castelli (Helsingor è la patria di Hamleto, quello di ‘Essere o non essere’), Roskilde per la cattedrale, Dragor per il suo borgo caratteristico e Malmo in quanto è una città svedese raggiungibile attraversando il famoso ponte dell’Oresund.

Facendo una cernita dei posti abbiamo deciso di eliminare Malmo (il mio precedente viaggio è stato a Stoccolma e dintorni quindi preferisco dare priorità ai paesi danesi), Roskilde e Dragor (pur costando entrambe sui 13€ di biglietto, non ci sembrano città degne di nota).
L’addetto c’informa sui prezzi delle restanti due mete: Hillerod (circa 20€) e Helsingor (13€).
Ci dà però una dritta: il biglietto giornaliero costa 20€ e ci permette di usare tutti i mezzi (bus, treno e metro). In tal modo possiamo visitare entrambe le città pagando quanto andare solo a Hillerod. Ci avvisa tra l’altro che non c’è differenza di prezzo tra il treno e il pullman (neppure facendo il biglietto ‘standard’).
Ergo, domani rotta per un doppio fuoriporta: Hillerod e Helsingor.
Mercoledì 17/06/2015

Il tempo era stato clemente ieri. Oggi non lo è affatto (ne tantomeno lo sarà domani); infatti l’intera giornata la passeremo alternando momenti con nuvole minacciose, pioggerella fine e diluvio universale. Il tutto con l’incessante presenza di un vento gelido che spossa spirito e corpo.
Comunque, andiamo in stazione centrale (vicino a Tivoli, ricordate?) e ad una delle macchinetteelettroniche clicchiamo su ‘Tourist ticket’ per ottenere il famoso biglietto giornaliero.
L’idea è quella di andare a Helsingor in mattinata e farci Hillerod nel pomeriggio (col senno di poi, scelta non proprio azzeccata. Capirete più avanti).
GUARDA ANCHE: COSA FARE A COPENAGHEN

Per Helsingor i treni ci sono ogni venti minuti. In tutta la stazione ci sono dei video in stile aeroporto che avvisano delle partenze. Rispetto alla stazione i treni sono sotterranei e ogni binario ha il suo ‘gate’. I treni sono puntuali: spaccano il minuto. Non solo, ma sono molto puliti ed ordinati, senza scritte o porcherie varie (il paragone con quelli italiani è tristemente inevitabile).
Comunque, il nostro parte alle 10.32. Attraversando boschi e paesini con tipiche case danesi dai colori tenui ma variegati, in un’oretta arriviamo a destinazione (è più distante rispetto ad Hillerod).

Helsingor è un paese di mare quindi appena usciti dalla stazione ci si para davanti la spiaggia. Volgendo lo sguardo a sinistra si scorge subito la nostra meta: il castello di Kronborg (il famoso castello di Hamleto).
In una decina di minuti a piedi lo raggiungiamo: l’ingresso al prato e alle mura è gratuito. La visita del castello invece è di circa 12€. Abbiamo possibilità di visitarlo fino alle 17.30.
Paghiamo ed entriamo, trovandoci in un cortile. A destra c’è una porta che conduce ad un guardaroba dove si può lasciare borsa e zaino (c’è da mettere una monetica per usufruirne ma verrà restituita a fine visita).
Andateci, anche se non avete nulla da lasciare, in quanto qui troverete una cartina gratuita del castello in italiano.
Passeremo la successiva oretta e mezza a visitare il castello. Al di là dei soliti arazzi, mobili e vestiario, ciò che ci è piaciuto di più è andare nei sotterranei a vedere la statua di Ogier, un personaggio danese leggendario che ricorda tanto quelle raffigurazioni di Odino sul suo trono. Oltre alla statua ci sono dei corridoi e delle stanze spoglie scavate nella roccia ed illuminate (a volte neanche quello) da deboli lampade ad olio. È curioso perché in certi momenti ci si muove a tentoni nel buio, nascondendosi da occhi indiscreti.
Una volta usciti all’aperto giriamo intorno ai bastioni dove si trovano alcuni cannoni puntati verso il mare.
Sarebbe bello visitare le mura più approfonditamente ma il tempo è tiranno: ormai sono le 13.30 e preferiamo dedicare il poco tempo rimasto a visitare il paese, dato che dalla stazione alcune chiese e viuzze avevano attirato la nostra attenzione.
Infatti raggiungiamo Mariae Kirke (una chiesa con dei bei dipinti e dei modellini di navi che penzolano dal soffitto) e subito dopo Sct. Olai Kirke (una chiesa con un altare ricco di dettagli).

Infine giriamo per le vie del centro, tra murales raffiguranti vita quotidiana d’altri tempi e negozi moderni.
Troviamo un alimentare in centro e ne approfittiamo (ma potete trovare un supermercato anche dentro la stazione).
Ormai il tempo stringe: sono le 14.50 ed è ora di trasferirci a Hillerod.
Il treno parte puntuale e in mezz’ora ci porta a destinazione.
Rispetto ad Helsingor, qui il castello non è a portata di mano: lo si può raggiungere o in pullman oppure a piedi. Noi optiamo per la seconda. Così prendiamo la strada di fronte all’ingresso della stazione, quella che va in discesa, e seguiamo le indicazioni fino a trovarci dinnanzi ad un lago. Il panorama è splendido, con il lago circondato dagli alberi, i cigni e le anatre che sguazzano nell’acqua e il castello sullo sfondo.
Costeggiando il lago, in una decina di minuti raggiungiamo l’ingresso del castello di Frederiksborg.
Come per quello di Helsingor, anche qui si paga solo la visita all’interno (costa circa 10€). Sfortunatamente il castello chiude alle 17, quindi abbiamo solo un’ora e mezza per visitarlo tutto (altri visitatori avevano avvisato che goderselo al meglio occorrono almeno tre ore). Così ci rimbocchiamo le maniche e partiamo.


Il castello è su tre piani, più i sotterranei. Ogni piano contiene oggetti di epoche diverse.
Constatiamo subito che, sia internamente che esternamente, il castello è decisamente più bello di quello di Helsingor. Infatti ci sono centinaia di quadri contenute in stanze dai colori sempre diversi e dai dettagliati soffitti in bassorilievo, oggetti singolari (il ‘celestial globe’ in primis) e camere enormi arredate con stile e regalità. Al terzo piano ci sono più che altro quadri e foto belliche raffiguranti guerre a cui la Danimarca ha partecipato.
Sfortunatamente i sotterranei non riusciamo a visitarli in quanto ormai sono le 17 e gli addetti ci invitano gentilmente ad uscire.

Anche se la pioggia non ci dà tregua da stamattina, decidiamo di dare un’occhiata anche ai giardini dietro al castello (ricordano una piccola Versailles).
Per giungervi costeggiamo il lago (occhio perché le strade si biforcano in più punti e se non vi tenete il lago e il castello alla vostra destra rischiate di perdervi nei boschi). La pioggia penalizza il paesaggio ma anche in queste condizioni ammettiamo che merita la visita.
Proseguiamo ed infine giungiamo di nuovo in paese. Ci piacerebbe visitarlo ma la pioggia, ormai diluvio, ci spegne ogni entusiasmo e forza di volontà, quindi decidiamo di tornare a Copenaghen.
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La stazione di Hillerod non possiede una biglietteria o un infopoint quindi dobbiamo affidarci a dei cartelloni poco chiari che indicano gli orari e la destinazione dei treni. Ci mettiamo qualche minuto a capire che il treno che c’interessa è quello che conduce a Hundige, il quale passa per Copenaghen (in danese è Kobenhaun).
Tirando le somme sulla giornata mi permetto di darvi un paio di consigli: il vantaggio di avere un biglietto che dura 24 ore è evidente (lo sfrutteremo, per ciò che ci resta, anche domani per spostarci in metro). Fare due paesi in una giornata ha i suoi pro: risparmiate soldi e vedete tante belle cose. Ma per farlo al meglio dovrete alzarvi presto in quanto noi, essendo partiti da Copenaghen alle 10.30 ci siamo bruciati la mattinata (non per niente al castello di Helsingor siamo entrati a mezzogiorno…) e dato che i castelli chiudono alle 17-17.30 ci è toccato fare tutto di corsa e male.
Ergo, se volete vederli entrambi vi consiglio in primis di essere mattinieri e di andare prima a Hillerod a vedere il castello di Frederiksborg, i suoi giardini e il paese (tanto il biglietto del treno solo per questo paese costa 20€ quindi fare questo o fare quello che dura 24 ore non vi cambia niente).

Poi se vi avanza tempo e voglia, andate a Helsingor (che non è bello quanto il primo ma ha anche lui il suo perché).
Giovedì 18/06/2015

Avendo il biglietto giornaliero che scade alle 10.00 lo sfruttiamo per raggiungere in metro quelle zone che a piedi sono distanti. Infatti oltre alla zona centrale della città (visitata a piedi martedì), ci sono dei luoghi d’interesse lontanucci ma che, a detta di qualcuno, meritano.
In particolare: assistens cemetery (cimitero dove ci sono le tombe di illustri personaggi danesi, situato a nord ovest), la fabbrica della birra Carlsberg (a ovest) e la zona a nord est dove si trovano la sirenetta ed altri monumenti.
Di queste mete, ciò che ci interessa maggiormente è la sirenetta e i suoi dintorni (che distano dal centro poco più di una mezz’oretta, ma avendo il biglietto della metro, perché non approfittarne?).
Quindi, via di metro!
Scendiamo alla fermata Osterport. Questa è proprio accanto al Kastellet (l’antica roccaforte a forma di stella). L’entrata è gratuita ma, onestamente, niente di che. È appunto una muraglia a forma di stella con dentro delle palazzine. Ciò che invece abbiamo trovato interessante è stato l’unico mulino a vento della città, il quale si trova proprio accanto alla roccaforte.
Poi ci spostiamo verso il molo dove si trova la sirenetta (è piccola ma vicino alla terraferma quindi impossibile non scorgerla).
Da lì ci siamo spostati alla Sankt Albans Kirke: interessante in quanto il tetto è di legno. Trasmette la sensazione di una chiesa d’altri tempi. All’esterno c’è una fontana con delle statue di leoni (non so se sia una condizione abituale o se sia solo legata al servizio fotografico che stavano realizzando, ma l’acqua della fontana era rosso sangue. Bell’effetto).
Anche se la pioggia ormai è di casa, proseguiamo il nostro giro turistico.
Ci dirigiamo a sud-est, verso Amalienborg Slot (sulla cartina lo trovate anche come Amalienborg Plads in quanto è una piazza ottagonale costituita da quattro palazzine in stile rococò).

Arriviamo per mezzogiorno, giusto in tempo per il cambio della guardia, ovvero una quarantina di uomini in divisa militare che parte alle 11.30 da Rosenborg Have, attraversa strade ed incroci fino a giungere a Amalienborg Plads. Personalmente, a parte i cappelli buffi, non ho trovato nulla degno di nota. M’aspettavo qualcosa di più spettacolare (tipo quello di Stoccolma, con musicisti a cavallo e decine di uomini in divisa) invece è solo un gruppo di militari che marciano in silenzio. Tutto qua.
Accanto a questa piazza c’è una via che conduce alla chiesa Marmor Kirken. È bella in quanto il suo interno è circolare e a cupola. L’entrata è gratuita ma con qualche euro potrete salire in cima per ammirare il panorama della città.  Stanchi di skyline, passiamo oltre. Anche perché dobbiamo essere a Radhus (il municipio nella piazza accanto a Tivoli) per le 13.00 in quanto c’è una visita guidata al suo interno.
Con circa 8€ entriamo nel municipio insieme alla guida che, in un’ora di inglese no-stop (se non masticate discretamente la lingua non capirete nulla in quanto parla molto velocemente. Pure troppo), ci spiega affreschi, sale, oggetti, sculture e storia passata. Da quel che ho potuto notare si può andare a zonzo per il municipio anche senza guida ma solo con lei potrete accedere a certe stanze.
Resta il fatto che, a prescindere dalle spiegazioni, il municipio merita una visita per la particolarità delle sue opere e per i colori sgargianti di dipinti e ambienti.
Conclusa anche questa visita, ci spostiamo a Nyhavn, ovvero il porto vecchio. Qui è pieno di locali e di case colorate: un ottimo e caratteristico luogo per fare foto, riposarsi e bersi una birra.
Esauriti i luoghi che ci eravamo prefissati di visitare, non ci resta altro che gustarci la città senza una meta precisa.
Giunta la sera, decidiamo di andare a cenare a Christiania.

Qui infatti c’è un locale che fa cene vegane. È un locale molto spartano e alla buona, ma i piatti sono abbondanti e gustosi.
L’idea sarebbe poi di andare a Tivoli (famoso per il suo parco gioco ma anche per le serate ricche di spettacoli) ma a causa della pioggia incessante rischiamo di trovarci le attrazioni chiuse e gli spettacoli annullati, quindi decidiamo nostro malgrado di rinunciare.
Così finiamo di cenare con calma e usciamo da Christiania in direzione albergo. E qui apro una parentesi: da quello che ho potuto capire, Christiania è un luogo di hippy con un obiettivo comune: pace, amore e libertà.
C’è sempre gente, ma mentre di giorno si trovano i tipici turisti a caccia di foto, di sera si riempie di un numero spropositato di ‘fattoni’, di disadattati e di senzatetto seduti sul ciglio della strada intenti a rollarsi una canna e farsi una birra. Uno scenario di degrado umano che a me non è piaciuto affatto. Mi è stato detto che, a prescindere dall’ambiente straripante di persone alla deriva e facce poco raccomandabili, resta

un luogo sicuro. Certo è che, come si presenta, non incoraggia la sosta ne il passaggio.
Venerdì 19/06/2015

Fine vacanza.
Dato che abbiamo l’aereo a fine mattinata, compriamo un biglietto della metro (5€ per una corsa, ricordate?) e andiamo alla fermata più vicina. In venti minuti arriviamo in aeroporto (per la cronaca: la fermata dell’aeroporto è Lufthavn, ovvero il capolinea della linea marrone).
Infine si parte.
Arrivederci Copenaghen

INFORMAZIONI GENERALI

Vi do alcune info che possono tornarvi utili.
-Quanto ci si mette a visitare Copenaghen? Come avete letto, in due giorni abbiamo visto tutto e di più.
Dovete mettere in conto un giorno per visitare tutto ciò che c’è in centro città (diciamo dentro ad un ipotetico triangolo che va da Tivoli a Christiania a Rosenborg Have) e un altro per visitare la parte nord-est (sirenetta in primis) e qualcos’altro (nel mio caso il cambio della guardia e svariati monumenti e chiese nel tragitto, ma potreste anche optare per la fabbrica della Carlsberg o il cimitero).

Avere un ulteriore giorno vorrebbe dire approfondire altre cose, tipo fare il giro in battello o entrare in qualche museo. Con più giorni potrete fare delle escursioni fuori città.
-Meteo. Ho monitorato per varie settimane le temperature tra la mia città (nord Italia, vicino a Milano) e Copenaghen. Quest’ultima era sempre tra i 5 e i 10 gradi in meno rispetto alla mia (ciò vuol dire, ad esempio, che quando qui c’erano 25° là ce n’erano a volte 15). Durante la nostra permanenza, al mattino c’erano di solito 10 gradi. La temperatura si alzava nel pomeriggio, ma non abbastanza da eliminare felpa e giubbotto.
Ma a prescindere dalla temperatura (che può apparire primaverile) non sottovalutate il vento e la pioggia. Il primo è talmente pungente e fastidioso che porta a coprirsi più di quanto ci si aspetterebbe dalla temperatura presente (per chiarirci, al mattino indossavo una maglietta a maniche lunghe, una maglia pesante che usavo per sciare, una felpa ed un giubbotto di jeans… E anche così avevo freddo!). La pioggia invece è stata il nostro incubo: si passava senza logica da un cielo limpido a nuvole minacciose a pioggia torrenziale a sprazzi di sereno a di nuovo pioggia. Ergo, a prescindere dal mese, portatevi per sicurezza un ombrello e qualcosa di pesante che non si sa mai.
-Prezzi: si legge ovunque che i paesi del nord sono cari. È vero. Vi riporto qualche esempio per far chiarezza: caffè espresso= 3€ caffè americano=2€ brioche/muffies=3/4€ birra media=7€ calamita/souvenir=5/7€

Questo per dire che in effetti i prezzi sono spropositati rispetto a quelli italiani. Ciò non toglie che si può sempre risparmiare. Ad esempio trovando locali che fanno buffet. Di solito con 10€ ci si sazia senza problemi e il cibo è buono. Anche i classici kebabbari offrono pranzi a prezzi abbordabili (un falafen e una lattina di coca costano 9/10€).

Senza contare che i supermercati 7eleven sono un’altra buona soluzione per farsi un panino a prezzi contenuti.
Ovvio che se poi andate in un ristorante che fa sushi… Preparatevi a farvi spellare. Ma c’è sempre un menù fuori da ogni locale quindi sapete sempre a cosa andrete incontro.
-Metro e treno: ci sono molte linee e fermate per entrambi. La cartina la trovate in aeroporto alla fermata della metro (ma anche alle altre fermate). Attenzione perché le linee della metro sono quelle colorate mentre quella del treno è grigia. A volte per passare da una all’altra dovrete uscire da una stazione ed entrare in un’altra poco distante della prima.
-Spesa totale. Per la cronaca vi riporto cos’ho speso cosicché possiate farvi due conti. Con la Ryanair un volo A/R è costato poco meno di 100 euro. Come alloggio, un B&B è costato 160€ a testa per 4 notti, letto doppio con bagno in comune (era quello più economico, situato a sud di Christiania). Infine, per le spese varie (quindi entrate in castelli, cibo e souvenir vari) poco più di 200€. Come potete vedere, con circa 500€ mi sono fatto 5 giorni 4 notti. Una spesa onesta e tutto sommato contenuta per essere un paese del nord.
Autore: Andrea

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