Madagascar

Madagascar – Avventure tra lemuri, foreste e mare

Madagascar

Periodo: estate 2008
E' il mio primo viaggio "fai da te" e per di più in Africa. Devo ammettere che è stata Vì, la mia compagna, a farmi scoprire il gusto di viaggiare in proprio e non smetterò mai di ringraziarla per questo.
Il viaggio in Madagascar comincia il 13 agosto quando arriviamo a Tana, pernottamento al Sakamanga, un hotel che è anche ristorante, cinema e negozio (quasi un circolo culturale). Il giorno dopo visita della città a gustarci questa strana sensazione (almeno da parte mia) di essere così diverso in mezzo ad un altro mondo, mentre la Vì, nonostante il forte contrasto della sua carnagione pallida, si butta a capofitto tra le bancarelle. In particolare lo zoo è molto carino e si trova in un grande parco: un ottimo antipasto per le escursioni nei parchi naturali. La sera deliziosa cenetta a base di gamberoni nel ristorante dell'albergo. Il 15 agosto comincia l'avventura dei "taxi brousse": furgoncini dove si viaggia schiacciati e che partono quando il mezzo è pieno.
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Andiamo ad est: tappa ad Andasibe per visitare il parco naturale del Perinet, dove alloggiamo nei bungalow del Feony Ala nel cuore della foresta. Posto suggestivo e meraviglioso, attenzione però perchè la sera fa molto freddo!
Pronti via! Escursione in notturna con pochi avvistamenti di animali (rane e un piccolo lemure-topo) ma molto suggestiva. Il giorno dopo è la volta di una lunga escursione in giornata dove gustiamo la compagnia di una famiglia di bellissimi Indri con il loro caratteristico richiamo e (moooolto in cima agli alberi) una coppia di straordinari sifaka diadema

Quindi ritorniamo a Tana e continuiamo il nostro viaggio lungo la strada degli altipiani, la RN7, e ci fermiamo ad Antsirabe. Ci fermiamo due notti nella città dei pousse-pousse (in pratica delle cariole porta persone)  imparando alla fine a ben volere i simpatici guidatori-portatori nonostante la loro invadenza, e facciamo una bellissima escursione in mountain bike nei dintorni fino al lago Tritriva (lago di un colore verde azzurro spettacolare).

Quindi proseguiamo per Fianarantsoa e lì, esausti, decidiamo di prendere una macchina (con autista) presso una piccolissima “agenzia turistica” (un bungalow davanti alla stazione). Bellissima (e durissima!) escursione al parco Ranofama, pieno di avvistamenti di lemuri (più che altro lemuri del bambù).           

Il nostro piano poi prevede di andare ancora ad est per raggiungere Manakara sull'Oceano Indiano, raggiungibile solo con il noleggio di un’auto (almeno ritengo) o con il treno che prenderemo al ritorno. Qui si ha devvero la sensazione di essere davvero persi in mezzo al mondo, soprattutto davanti all’Oceano Indiano sempre molto agitato. Molto carina l'escursione in piroga sul canale dei panganales (parallelo all’oceano) e la visita ad un villaggio tipico con piantagioni di vaniglia, il prodotto nazionale.
A Manakara ci attende il treno che ci riporterà a Fianarantsoa e sarà un'avventura fantastica. Il treno parte con dieci ore di ritardo per un guasto, e quindi, contrariamente ai programmi, abbiamo percorso quasi tutti i 150 km da Manakara a Fianar al buio con solo la luce delle lucciole sugli alberi della foresta a tenerci compagnia.
Ogni fermata (una ogni dieci minuti!) è una festa
, fuochi, bambini che vendono ogni tipo di cibarie tra cui tutte le possibili ricette che si possono fare con le banane, gente che continua a salire e scendere. Un'esperienza unica.
Quindi torniamo alle 4 di notte a Fianar (unici turisti, in quanto il ritardo ha fatto rinunciare tutti gli altri), e un albergo per fortuna ci apre la porta. Il giorno dopo levataccia e ritorno in un sol giorno verso Tana, con  breve sosta nella caratteristica Ambositra dove assaggiamo in giro varie “bichignerie” tra cui un delizioso succo di fragola.
E siamo ancora a Tana dove ci fermiamo un paio di giorni facendo una capatina al divertente Lemur Park, un parco zoo pieno di tutti i lemuri (semi domestici) che siamo o non siamo riusciti a vedere/fotografare nelle scarpinate dei parchi.

Quindi il 25 agosto comincia la seconda parte della nostra vacanza dove abbiamo previsto di fare molto più relax (cioè mare) e meno avventura.
Con un volo interno atterriamo quindi all'aeroporto di Diego Suarez e in aereo decidiamo di non andare subito a Diego ma di visitare un piccolo villaggio di pescatori segnalato dalla Bradt Guide (nostra fedele compagna), anche perché la Vì non vuole sentire ragioni: “voglio andare al mare, senza passare dal via!”, reclama.
Dopo una feroce contrattazione fuori dell’aeroporto, con i tassisti che si sentono forti del fatto che siamo in pratica in mezzo ad un brullo deserto, ne prendiamo uno per Diego Suarez e poi un taxi-borusse sgangherato ci lascia a destinazione.
Ci innamoriamo subito di questa zona: l'acqua è cristallina, il sole finalmente batte caldo. Troviamo un posticino incantevole sulla spiaggia gestito da una famiglia francese e segnalato dalla guida chiamato “Chambres trop pres”: tre stanzettine deliziose con a fianco il ristorante frequentato da alcuni simpatici lemuri coronati. Ci fermiamo ben quattro giorni tra mare azzurro, grigliatone di pesce e ottimo rhum alla frutta (vera e propria specialità).
Il 29 agosto, torniamo a Diego Suarez, cittadina molto caratteristica e animata dove dormiamo praticamente a casa di un simpatico signore, trovato per caso tramite un suo amico che passava in bici e che si offerto di portarci in un “hotel”: in ogni caso è tutto molto pulito e confortevole.
Da qui ci avviciniamo alla nostra destinazione finale: Nosy Be, ma prima ci concediamo una giornata fantastica: affittiamo un fuoristrada (sempre con guida) che ci porta a vedere gli stupefacenti tsingy rossi (strane formazioni rocciose create dall'erosione) e il lago sacro Anivorano dove riusciamo a vedere un coccodrillo allo stato selvaggio attirato dai nostri rumori. Infatti in questo Lago sono soliti fare sacrifici di Zebù ai cocchi con canti e balli e quindi appena sentono dei rumori affiorano: per me è stata un emozione indescrivibile. Quindi procediamo verso ovest e ci accampiamo due giorni in un bungalow di legno e paglia per esplorare la riserva dell'Ankarana.

Questa è una visita ancora più impegnativa delle precedenti e devo ammettere che tra zanzare, topi e scarafaggi ho spesso desiderato di essere in un lussuoso resort.

Comunque facciamo due escursioni bellissime. La prima durissima di dieci ore tra simpaticissimi lemuri coronati, ficus giganteschi e gli straordinari tsingy grigi, forse meno belli di quelli rossi ma questi si estendono per kilometri quadrati in uno straordinario paesaggio lunare. La seconda escursione è di mezza giornata, dove ci infiliamo in una enorme caverna e proviamo l'ebbrezza di stare in compagnia di migliaia di pipistrelli giganti chiamati volpi volanti.
Quindi ripartiamo sempre via taxi brousse alla volta dell'isola di Nosy Be, dove alla fine staremo solo un paio di giorni. L'isola è molto più turistica di tutti gli altri posti in cui siamo stati prima messi insieme ma ha delle spiagge molto belle. Da segnalare una escursione a Nosy Komba e a Nosy tanikely, gita in barca, snorkeling mozzafiato (per la prima volta vedo una tartaruga!)      
 
Quindi un altro volo interno ci riporta a Tana, dove facciamo una capatina al mercato dell’artigianato del legno nei pressi di Avenue de l’Indipendence. Ci avevano avvertito che ci sarebbe stata ressa e che la i mercanti sarebbero stati aggressivi con i turisti, in realtà è tutto molto tranquillo e ci divertiamo a spendere gli ultimi contanti e a fare dei baratti con i nostri vestiti. Un ultima cena al sakamanga a gustare l’ultima volta i “geants camorones de majunga”.
Ho cercato di essere il più sintetico possibile ma ci sarebbero tante storie da raccontare per ogni giorno di viaggio sulla fantastica isola del Madagascar, in particolare su gli abitanti sempre sorridenti e disponibili, nonostante la grande povertà che sopratutto nella capitale è di tutta evidenza.
Consiglio a tutti di girare zaino in spalla questa isola stupenda, dobbiamo segnalare infatti che non ci siamo mai trovati in situazione di difficoltà o di pericolo.

Per il volo abbiamo pagato 1.480 euro a testa più altri 380 per i due voli interni (carissimi!). Per il resto è tutto economicissimo, sopratutto dormire (noi stavamo in alberghetti ma sempre decenti).
Gli spostamenti sono stranamente più cari dei pernottamenti e del mangiare, comunque tenete conto che abbiamo pagato circa 800 euro a testa per tutto il resto e, in 24 giorni di permanenza, non ci siamo fatti mancare davvero nulla, compresi tre giorni di affitto auto con guida disposizione 24/24 e una giornata di affitto di un fuoristrada.
Quanto alle vaccinazioni abbiamo fatto epatite A, B antitifo e antimalaria.
Ciao a tutti!

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