Santa Clara

Tre settimane a Cuba

Dieci giorni a Cuba

TRE SETTIMANE A CUBA - Sapevo che se avessi affrontato un viaggio sola fuori Europa, sarei andata nell’Isola che non c’è..

LA VALIGIA: Affrontare la valigia è sempre un momento “difficile” che sia un viaggio di 2 giorni o di 2 mesi.. Debbo viaggiare leggera il più possibile: data la mia struttura fisica non posso pensare di armarmi di uno “zainone“ che in previsione di lunghe camminate mi danneggerebbe la schiena, quindi, dopo vari tentennamenti, opto per il mio fedelissimo trolley (bagaglio a mano di tanti viaggi) e zainetto.

Ho chiaramente poco spazio: salviette detergenti intime e mani, guida della Lonely Planet, dizionario, un paio di libri in spagnolo; qualche camicia chiara come consigliatomi per le punture di zanzara e il caldo (non le userò mai), magliette, pantaloni leggeri e comodi, ciabatte, scarpe da viaggio, asciugamano da doccia, telo da spiaggia, biancheria intima, detersivo, saponetta multiuso disinfettante, shampoo, protezione solare, scatola medicinali (tachipirina, antibiotico generico, oki, acqua ossigenata, repellente per insetti, dissenten) userò solo la tachipirina per un mal di testa e rimpiangerò l'Enterogermina in un paio di occasioni.

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SOLDI: Denaro contante, PostePay, Carta di credito, Bancomat..? Ho deciso per il contante, mille euro, e carte varie in caso di bisogno occupandomi prima della partenza del trasferimento di fondi dal mio conto ad un altro lasciandomi a disposizione qualche centinaia di euro e non di più il che mi avrebbe consentito disponibilità in caso di bisogno impellente e al tempo stesso limitato danno nel caso di perdita o furto..  In giro per l'isola ad ogni ora, in ogni luogo, nessuno mi difendeva più dei cubani dai.. cubani!

MEZZI DI TRASPORTO PER MUOVERSI A CUBA

COLECTIVOS: similari ad un taxi (sono di solito carri americani anni sessanta a petrolio) ma incredibilmente più economici, prevedono il raggruppamento da parte di incaricati di un numero preciso di persone (che varia in base alla capacità del mezzo) radunate a seconda della destinazione; in genere - ma dipende da quanto riescono a concordare come prezzo con ogni viaggiatore - fino a quando non hanno raggiunto la massima capienza, non si parte.

GUAGUA: autobus che collega luoghi a breve distanza tra loro (di solito una trentina/quarantina di km max); per le destinazioni più richieste c'è una lista di attesa procurandosi un bigliettino con numero che consente la salita sul mezzo a seconda dell'ordine di arrivo; costa pochi centesimi di pesos in moneta nazionale.

VIAZUL: Autobus granturismo per lunghe distanze per lo più, dato il costo, utilizzato dai turisti.

Consiglio di premunirsi con adeguato vestiario contro l'aria condizionata altissima, specialmente nelle ore notturne, perché gli autisti (di solito due per ogni autobus) lamentando l'appannaggio del vetro del parabrezza non si prestano a regolare la temperatura nonostante svariate richieste.. (inteneriti, nel migliore dei casi, ti procurano una coperta o indispettiti, nel peggiore dei casi, fingono di abbassare il climatizzatore).

ASTRO: sorta di Viazul, meno costoso, riservato ai cubani.

UOMINI IN “AMARILLO”: uomini vestiti con una distinta giallo mostarda, incaricati dallo stato in punti prestabiliti della strada ma chiaramente non segnalati (domandate agli abitanti del luogo); si occupano di organizzare una sorta di autostop collettivi e legali (botillas); i mezzi ufficiali dello stato, se hanno posti liberi, sono obbligati a fermarsi per caricare i viaggiatori che se si recano nella medesima destinazione.

AUTOCARRO: Mezzi agricoli enormi con spazio retro che può essere  scoperto o provvisto di pesanti teli  che fungono da tettuccio, destinato alla salita dei cubani (ma accolgono tranquillamente i viaggiatori stranieri) per brevi tratti (in ragione della lentezza di spostamento); sono gratuiti o richiedono una spesa irrisoria.

TAXI OFICIAL: mezzi ufficiali del governo, ovviamente più costosi e più confortevoli (spesso dotati di aria condizionata) dei particulares..


BICI-TAXI: bici a tre ruote con sellino passeggero..

COCO-TAXI: voluti da Fidel Castro e presenti solo a L'Avana, Varadero e Santiago per risolvere il problema dei trasporti pubblici. Sono una sorta di motorini a tre ruote molto economici a forma di uovo gialli e/o neri, riservati in teoria ai cubani.

CARRI CON CAVALLO, BICICLETTE, CICLOMOTORI..

  A Cuba. Mi metto all'opera un mese prima della partenza: dopo una ricerca infruttuosa su internet nel sito della Iberia, decido di prenotare il volo in agenzia con la combinazione di ALITALIA e AIR EUROPE per euro 670,00 (di cui 60,00 diritti di agenzia):

Partenza 21/03/11: MI Linate – Arrivo La Habana José Marti con scalo a Madrid-Barajas
Ritorno 07/04/11: La Habana J.Marti – Arrivo 08/04/11 MI Linate con scalo a Madrid-Barajas

Per seconda cosa mi occupo della sanità: mi informo in merito presso il mio fidatissimo medico di base, l’Asl e su internet: non esistono vaccinazioni obbligatorie ma il consiglio generale è quello di effettuare i vaccini per la Febbre Tifoide e per l’Epatite A e B.

Dopo qualche esitazione decido di non farli e di attenermi alle elementari precauzioni del caso: evitare l’acqua del rubinetto, frutta e verdure fresche (alla fine eliminerò solo l’insalata) e consumare bevande “sin hielo” (no ghiaccio..).

Ottenuto il passaporto rimando al giorno prima della partenza la scelta della assicurazione medica (obbligatoria, per recarsi a Cuba, da maggio 2010).

Espletate le pratiche meno romantiche, parto mentalmente per l’isola con le poesie “Guantanamera” di José Marti e “Ultima Luna” di Reinaldo Arenas dedicandomi poi alla visione di una carrellata cinematografica permeata di Cuba passando per il film biografico di R.Arenas (interpretato da J.Bardem), “L’Havana”, “Fragola e cioccolato”, “Habana Blues”, “Soy Cuba”, “Lista de espera”, “Buena Vista Social Club” innamorandomi già da subito della bellissima canzone “Chan Chan”. Mi addentro nella storia di quella terra bistrattata dall’arrivo di Colombo fino ai giorni nostri e mi concedo Benicio Del Toro nei panni del Comandante in “Che L’Argentino” e “Che Guerriglia” (cerco inutilmente la versione biografica di Guevara interpretata da Francisco Rabal). Il tutto rigorosamente in lingua spagnola con l’ausilio di sottotitoli dato il mio spagnolo incerto e traballante. Mi procuro “Isole nella corrente”, e rimando a quando sull'isola l'acquisto di altri libri su Cuba o scritti a Cuba in lingua spagnola..

In fine, trovo sufficiente armarmi della guida della Lonely Planet da interrogare in caso di bisogno ed evito accuratamente la visione in Internet di spiagge paradisiache (che non vedrò) e strutture di lusso in Varadero o Guardalavaca. Mancano due giorni alla partenza, spulcio i termini assicurativi nelle ultimissime, piccolissime righe dei contratti e, deciso di non speculare sulla mia salute, mi assicuro per 96,00 euro i venti giorni cubani con la Mondial Care.

Dato che il mio Viaggio è un salto nel buio, tutto ciò che non è musica, letteratura, poesia o sogno, lo lascio senza remore alla storia..

Mi serve una buona idea per la prima notte a Cuba: mi iscrivo al CouchSurfing, penetrerò così fin da subito in La Havana in profondità maggiore rispetto a quella che mi consentirebbe una qualsiasi altra struttura che sia Resort, Hotel o Casa Particular.

Chiedo così ospitalità e appoggio a 2 giovani della capitale, entrambi accompagnati e con famiglia al seguito (mi hanno avvisato che una donna sola potrebbe creare equivoci..). Tutti e due si mostrano ben disposti al mio arrivo, ma solo uno in realtà offre la propria casa, l’altro si appoggia ad una struttura riconosciuta dal governo, una casa particular. Opto di conseguenza per il primo, un ingegnere chimico che vive con fidanzata e papà e che mi sottolinea non gli sarà più possibile accedere ad internet fino al lunedì, giorno in cui io sarò già in viaggio. Gli rispondo che l’aspetto, come da suo suggerimento, all’aeroporto e gli comunico numero del volo e orario di atterraggio. Nell’inviare la mail mi chiedo se l’avrebbe o meno letta entro il mio arrivo..

Più o meno pronta, mi armo di bagagli e burattini e parto per l’America comunista..  Sorvolando l’Atlantico i compagni di viaggio dell’aereo, preoccupati per la mia sorte, mi dispensano svariati indirizzi dove poter alloggiare o numeri telefonici da contattare in caso di bisogno... E finalmente Cuba! Regolo l'orologio: ho percorso il tempo e guadagnato sei ore.. sono le 19,00 locali.

L’aeroporto mi sembra desolante ma tranquillo, popolato da polizia color mostarda.

Un'ora dopo, uscita dai controlli, vengo investita da una schiera di mani e braccia e occhi decisi a consegnarmi le chiavi di abitazioni di ogni prezzo e di ogni tipo ma uno sguardo veloce dissipa qualsiasi dubbio: un cartello mi sta chiamando: “SARA COUCHSURFING”. E sono quindi i capelli rasta del dolcissimo E., il suo prezioso padre e la bella fidanzata a prendermi per mano in quella prima notte a  La Havana..

Subito E. mi spiega che c'è un problema: un altro italiano arrivato da Santiago il giorno prima, gli ha chiesto - anch'esso tramite il CouchSurfing - ospitalità.. quindi, se non mi crea eccessivo disturbo, non sarò sola nella camera.. Sorrido e tranquillizzo il mio ospite.. Dopo aver cambiato 200,00 euro in pesos convertibles (cuc) (1 euro=1,376 cuc) lasciamo il José Marti.


Vivono a Santa Fe, un paese ad una decina di Km dal centro della capitale. Su di una vecchia e scassata macchina - prestata da un vicino di casa per l'occasione - per 25,00 cuc corriamo verso casa nella notte cubana. Passando dinnanzi alla lussuosa abitazione di Fidel Castro il padre di E. mi sottolinea nostalgico che el generalisimo versa in gravi condizioni di salute.. Noto da subito che lo spagnolo parlato qui è abbastanza differente dal castigliano e fatico molto a capire! Oltre ad omettere la parte finale di alcune parole, non si contano le “d” e le “s” tolte con leggerezza!

Giungiamo a destino: l’alloggio è spoglio, la casa un lungo corridoio, in bagno c’è un rassicurante bidet. Mi indicano la mia camera. Il mio sconosciuto coinquilino è più che disordinato: chitarra, calzini, medicinali sparsi ovunque; lui non c'è. Sediamo ad una tavola nuda; nel silenzio della notte, senza vivande, l'atmosfera è delle più rilassate e irreali, fiabesca se non fosse per il telefono, condiviso con la casa vicina, che suona imperterrito: una delle telefonate è addirittura per me!

(?) Scopro che è il mio imprevisto compagno di camera; una voce squillante ed eccitata rompe il lirismo e mi inonda di parole includendomi nei suoi progetti: a suo dire a Santa Fe siamo troppo scomodi; ha un indirizzo di una camera nel Vedado (quartiere de La Habana) da condividere per dimezzare le spese e per il fine settimana mi propone il carnevale a Viñales.. Non avendo programmi rigidi, orari, prenotazioni o particolari vincoli, accetto; mi trovo perfettamente dove devo stare: nel bel mezzo della corrente, come  le isole di Hemingway..

La notte passa costellata da sogni profetici, il sonno disturbato dai sei fusi orari e dai lamenti ostinati ed ignorati del telefono. Di prima mattina sento E. prepararsi per recarsi al lavoro. Ho due possibilità (suggeritemi la sera prima): alzarmi e seguirlo a La Habana o continuare a sonnecchiare e visitare col padre Santa Fe. Mentre valuto il da farsi, ripiombo nel sonno e già mi libero della prima opzione.. Passerò poi spesso La Havana a salutare E. sul posto di lavoro in Calle 23, importante e trafficata via del Vedado affollata di bar, locali, cinema. Lo vedrò scendere dolce, sorridente e sereno, concedendosi con tranquillità una pausa dal lavoro per un caffè o per un giro con me al mercato.

Il risveglio è dolce. Il padre di E. mi accompagna con gioia a visitare il piccolo pueblo, dove tutti si conoscono, si salutano, mi sorridono. Camminando raggiungiamo la spiaggia dove mi mostra i resti di una casa da gioco dell’epoca di Batista  chiusa irrevocabilmente dopo la Revolucion. Passiamo davanti alle rovine delle abitazioni in riva al mare distrutte dai frequenti uragani impietosi sull’isola. Mi spiega che il governo non finanzia più la ristrutturazione degli edifici e nega il permesso alla costruzione di nuovi.

Mi parla della Rivoluzione con gli occhi che brillano.

Caffè, mercato e poi rincasiamo. Dalla mattina, senza previa comunicazione e senza motivo apparente, hanno interrotto nel paese l'elettricità. Ciò mi impedisce una doccia calda ma non al mio ospite di porre nel freezer la carne, tempestata di mosche, acquistata con me al mercato.. Stordita dalle raccomandazioni igienico-sanitarie, decido che non potrò toccarla.. Non so ancora che i giorni seguenti troverò cibo in condizioni nettamente peggiori!

Giunta ora di pranzo mi prepara uova in padella, banane fritte schiacciate, riso bianco accompagnato da fagioli e sugo di carne. A parte pesce e verdura, non riuscirò a mangiare altro in tutta l’isola.. Sto per dedicarmi al pranzo quando entra in casa come un uragano il misterioso italiano (A.) con tra le mani carne cruda gocciolante in omaggio ai nostri ospiti. Dopo un'informale presentazione, dividiamo il cibo, prepariamo i bagagli e già pronti a lasciare Santa Fe, salutiamo e ringraziamo il padre di E. partendo su di un “taxi” sfasciato con un viejo intento a urlare e cantare gioioso mentre ci accompagna al nostro nuovo domicilio..

HAVANA: La Habana, La Havana , La Havana.. Da visitare in La Havana Vieja la Plaza de la Catedral de San Cristobal, la Bodeguita del Medio (famoso ristorante dal 1942), il Museo de Arte Colonial e il Seminario de San Carlos y San Ambrosio; Plaza de Armas (arte barocca), Palacio de los Capitanes Generales, il Palacio del segundo Cabo, Castello de la Real Fuerza, il Templete; Plaza Vieja nel cuore della zona antica della città; Parque Central (dove si radunano appassionati di politica e musica) Capitolio, Gran Teatro de La Havana, il Paseo del Prado, il Palacio del Centro Asturiano; Museo del la Revolucion, Museo del las Bellas Artes; tra gli altri quartieri: El Vedado, El Miramar (elegante), El barrio Chino..; le vie principali: Calle 23, Calle Oficio, Calle Enna.. 


La casa particular scelta da A.

si trova al primo piano di un palazzo in buone condizioni ed è gestita da una abuela (Mamy) eccezionale, circondata da un numero imprecisato di figli, parenti e amici impegnati a preparare e vendere cibo all'imbocco della scalinata. Una tipica famiglia matriarcale in stile russo con questa energica e sofferta donna vicina all'ottantina violata dal regime come dall'embargo.

L'appartamento è pittoresco: dal soffione della doccia l'acqua, a momenti calda, a momenti fredda, scende a filo.. il metodo alieno utilizzato per accendere il fuoco nel piano cottura elude o calpesta le più ovvie norme sulla sicurezza.. il via vai di gente per la casa è continuo.. la porta sempre spalancata.. Un posto perfetto..

Ci viene offerta la camera fronte Malecon (lungo mare de La Havana) a 20 cuc a notte con bagno in comune e desayuno incluido. Salgono, fino al balcone azzurro e barocco, smog, traffico e un rumore incessante in una città che sembra non dormire mai e mai mi farà dormire.

Usciamo nel caos della capitale. La Havana mi entra immediatamente sotto la pelle. Mi dà l’impressione di una sfera in possesso  di miliardi di occhi che liberano luci antiche, misteriose. Scopro da subito che è piena di stimoli, cultura, vita schizofrenica sparpagliata tra cabaret, teatri, cinema, case della musica.

Passo 3 giorni pieni e “gustosi” con gli amici cubani di A. il quale, deciso a fermarsi a Cuba, si immerge nella burocrazia dell’isola per ottenere il permesso di studiare teatro.  Tutto è musica, “schitarrate” malinconiche lungo il Malecon, Ron in ogni angolo, birra a fiumi, tra canzoni, spettacoli, savi discorsi e occhi spalancati in ogni direzione volti a cogliere tutto.

Muovendomi per la città ho come l’impressione che tutti lavorino per poche ore al giorno e per lo più uno sì e uno no, che siano medici, professori, meccanici o altro; quindi mi stupisce, in quelle serate ventose, vedere al nascere della notte personale incaricato ad una stanca tinteggiatura dei cancelli delle abitazioni del Vedado..

Ma ad aumentare il mio stupore e a crearmi confusione sono le notizie sui quotidiani locali: su di uno stesso avvenimento sono differenti rispetto a quelle a me note, divulgate dai mass-media italiani..

Ben lungi dall'idea di collegarmi ad internet, non riesco neppure ad ottenere informazioni aggiornate sul recente disastro in Giappone e peggio ancora sull'attacco americano alla Libia: vige omertà assoluta,  reazioni irritate o qualcuno chiede addirittura a me, delucidazioni in merito.

Durante il giorno visito la città, i vari quartieri, La Havana vieja colpita dalla bellissima cattedrale salva dalle opere di restauro, el Castillo del Morro (all'entrata della baia dell'Havana), che funge da guida da più di un secolo ai navigatori. Tutte le sere alle 21.00 si anima, con un colpo di cannone, dopo un piccolo spettacolo folkloristico.

Mi accorgo immediatamente che non ho modo di restare sola: ovunque mi chiamano fischi e commenti maschilissimi, in continuazione qualcuno si materializza al mio fianco per accompagnarmi o chiacchierare con me e non mi basta sottolineare che non ho denaro, nessuno demorde.. Non resta che condividere tutto: strana ma piacevole sensazione per un europeo abituato a “muoversi solo e indipendente”.

Accantonata quindi la possibilità di passeggiare sola per la città, mi unisco nel mio felice girovagare a V., un professore ex boxeur di probabile origine africana che demolisce le mie idee preconcette sulla politica cubana. Facendo parte di una associazione indipendente filo americana ed ex carcerato (colpevole secondo la ley peligrosidad di condotta anti-socialista), si perde nell'impeto di spiegarmi che il popolo cubano ha necessità di una nuova politica e afferrandosi fortemente alla possibilità di vedere in me un mezzo di comunicazione con l’Italia, mi accompagnerà i giorni seguenti a visitare i disastrosi ospedali dei civili, le scuole affollate di bambini in divisa, deciso a farmi portare il tutto con me nel “Bel Paese” per denunciare la situazione in cui vivono.


Saprò poi di non averlo incontrato in un luogo qualunque ma nel consueto – ufficioso - punto di ritrovo degli appassionati di politica: il Parque Central.

Discuto della sanità (considerando l'aspettativa di vita pari a quella del nord Europa e la mortalità più bassa dell'America Latina - per non parlare della mortalità infantile) e del sistema scolastico cubani (istruzione gratuita per tutti, cultura, altissimo tasso di alfabetizzazione, maggiore degli Stati Uniti) ma infervorato sottolinea che la qualità dell’istruzione è bassissima e dicerie che i medici cubani siano tra i migliori al mondo. Non vuole sentire ragioni e mi domanda, sarcastico, perché non resto a vivere qui, dato che mi piace tanto, invece di tornare in Europa..

Interrompo la discussione, scopro che uno dei suoi fratelli, poiché dissidente del Governo, è stato fucilato davanti ai suoi occhi. In modo più o meno sentito, il suo punto di vista sarà poi quello di molti cubani che incontrerò convinti che Che Guevara sia morto troppo giovane per giudicarlo, Camilo Cienfuegos, l’eroe indiscusso nazionale, sia stato ucciso da F. Castro e Raul sia persino peggiore del fratello. Tutti pensieri soffocati, discorsi bisbigliati “perché” mi dicono “qualcuno potrebbe sentirci..”.

Decisi nel tardo pomeriggio a farci una sosta in spiaggia, ci rechiamo alla fermata della guagua n. 400 e raggiungiamo la prima tra le Playas del este (dal centro città a circa 15 km).Trattasi di 24 km di costa di mare tipicamente caraibico, palme e sabbia bianca lungo la provincia de La Havana; le spiagge (Tararà, El Mégano, Bacuranao, Santa Maria del Mar, Boca Ciega), piuttosto turistiche, sono collegate tra loro e dal centro Habana da frequenti corse di bus.

La spiaggia è semi deserta e l'acqua del mare ottimale, ma ancora troppo fredda per i cubani.. Verso le diciotto il sole cala rapidamente e la sera si popola di zanzare ed insetti volanti di non ben chiara origine..

Tornando alla fermata della guagua per rientrare in centro Havana, passiamo a fianco delle barcollanti e lugubri abitazioni concesse dal Governo ai nullatenenti; a fianco di un rio, nascosto dalle foglie, qualcuno sta facendo uno strano rito per iniziare un neonato alla vita. V mi spiega che è necessario il sacrificio animale, sembra un rito Voodoo.

Il venerdì mattina, dopo una tipica colazione cubana di leggeri piatti fritti, io e A. salutiamo i componenti della casa (o per lo meno, chi presente al momento..). Lasciando in affido i bagagli e concordando il ritorno per la domenica ci avviamo al terminal degli autobus per raggiungere Viñales. Scesa la scalinata, sotto il nostro domicilio, notiamo delle strutture cinematografiche: scopriremo che stanno girando “Sette giorni a L'Avana”, film in frammenti di cui uno diretto da Benicio del Toro..

Ovviamente, sollecitati dalle nostre domande, le informazioni forniteci al momento dai cubani sono  tra le più svariate e creative! (Come ad esempio la fantasiosa  partecipazione di Banderas..)

Proseguendo il cammino, fermiamo ad una Cadeca (casa di cambio) e come da prassi ci informiamo presso il capannello di gente su chi sia l'ultimo della fila: la severità ed educazione cubana nel rispettare in (dis)ordine l'ordine di arrivo in ogni luogo è eccezionale.

“Prenotato il posto”, possiamo dedicarci ad un caffè sorvegliando da lontano l'evoluzione alla cadeca; davanti al bancone cerco di interpretare un inequivocabile, ma in realtà molto equivoco, cartello del bar:  “Café 1 peso” e mi chiedo stupita perché A stia pagando 1 peso in moneta nazionale e io in qualsiasi bar avevo sempre pagato il caffè 1 peso convertible..! Sorvolando concludo con sarcasmo che questo locale è molto economico: A., compiaciuto, mi restituisce uno sguardo ironico e beffardo..

Con la valuta in tasca (1 cuc convertibles = 24 pesos cubanos) avanziamo lungo Calle 23 e all'arrivo in stazione bus tentiamo di evitare il Viazul chiedendo presso la biglietteria preposta di viaggiare in Astro.

La cassiera ce ne nega categoricamente la possibilità poiché turisti. Non l'avevo previsto: sulla mia guida della Lonely Planet del 2007, era uno dei mezzi menzionati per spostarsi all'interno dell'isola; suppongo sia una restrizione degli ultimi anni.. Ci allontaniamo dagli uffici: davanti al terminal una folla di cubani ci propone varie soluzioni e optiamo per un coletivos per 15 cuc a testa. Raggiungiamo Viñales in compagnia di 5 cubane (e di un autista stranamente silenzioso) dopo 200 km serpeggianti tra stupendi scenari e innumerevoli campi di tabacco.

VINALES: dichiarato patrimonio dell'UNESCO, accoglie il miglior sistema di grotte di Cuba e viene considerato uno dei migliori paesaggi naturali dell'isola; da vedere le case del tabacco, il murale della preistoria alto 120 metri realizzato da un cubano (rappresenta le creature che vivevano in questo luogo nella preistoria), la grotta Cueva del Indio, i laghi, le numerosi piantagioni di tabacco.. Possibilità di soggiornare presso il camping “Dos Hermanas” moderno, ben attrezzato e immerso nel verde (prenotare in anticipo).

Tre settimane a Cuba - parte II

 

Autore°Sally
Periodo: Marzo-Aprile

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