Capo Nord

Norvegia – I parte

Consigli generali

Norvegia finalmente!! Era un viaggio che sognavo e progettavo da anni, da fare assolutamente in giugno o luglio per vedere il sole di mezzanotte. Magari può servire a qualcuno, quindi vi lascio le mie impressioni e il mio itinerario. Prima di tutto, se volete girare coi mezzi pubblici, fate delle belle ricerche su internet (ci sono tutti gli orari, sono fantastici questi nordici) perchè spesso ci sono pochi bus al giorno e le distanze sono allucinanti: se non programmate bene rischiate di non poter raggiungere la vostra destinazione.
I costi dei trasporti sono altissimi e incideranno per circa un 60% del vostro budget. Fate conto che dei 2.700 euri che ho speso in 18 gg (comprensivi di tutto, anche i souvenir) quasi 1.700 sono partiti in trasporti (aerei, treni, bus, navi, bici, auto) e di questi il volo Italia-Oslo mi é costato "solo" 350 euri (ok, non molto lowcost ma ho prenotato un mese prima e ho dovuto ripiegare su KLM).
Se potete comprare i biglietti dei treni in anticipo troverete sicuramente qualche offerta (minipris) che vi farà risparmiare tantissimo. Potete prenderli in stazione o sul sito delle ferrovie norvegesi. Pass come lo Scan-Rail o l’Inter-Rail sono convenienti se usate il treno per lunghi tratti anche solo 2-3 volte e vi danno sconti anche sui bus e sui traghetti. Ovunque andiate, gli studenti pagano la metà (trasporti e ingressi) quindi se ce l’avete portatevi la carta d’identità con la scritta studente (anche se avete finito di studiare, là si fidano) o la tessera dell’uni o altro. Se invece noleggiate la macchina o andate in camper, sappiate che anche i traghetti sono cari e che spesso c’è da pagare il pedaggio per passare su determinati ponti o in certe gallerie. La benzina costa più o meno come da noi.
Anche alloggio e cibo sono cari, ma se state in ostelli/guesthouse o meglio ancora in campeggio (anche senza tenda o camper: ci sono bungalow da 2-4 persone senza bagno che costano poco) e fate la spesa a supermercato invece di mangiare fuori, non dovreste spendere cifre pazzesche.

Se pernottate in ostelli e bungalow portatevi le vostre lenzuola, risparmierete 5 euro a notte per il noleggio. Se poi pernottate da gente di Hospitality Club, oltre a risparmiare potreste fare delle belle esperienze tipiche locali come é capitato a me la prima sera :)
Le poche volte che ho cenato fuori ho speso circa 20-25 euri per un piatto principale con contorno e una birra.
Consiglio spassionatamente la guida Lonely Planet "Norvegia" per programmare il viaggio e informarsi, per trovare da dormire e per scoprire posti interessanti e escursioni fantastiche (anche se care!). Per quanto riguarda il tempo atmosferico, io nel nord ho trovato tempo incerto con alternanza di sole e nuvole e un po' di pioggia (poca) e abbastanza freddo per essere fine giugno (tipo 8-10 gradi). Portatevi giacca a vento, guanti e berretto. Se volete camminare un po' in mezzo alla natura anche un paio di scarpe da trekking, io avevo solo le scarpe da ginnastica ma se piove o é umido rischiate di farvi male (oltre che bagnarvi i piedi). Nel sud invece ho beccato tempo splendido e caldo quasi sempre, e quando dico caldo intendo proprio caldo, 28-29 gradi! Ma l'inizio di luglio quest'anno e' stato caldissimo in tutta Europa. Insomma, nel bagaglio portatevi un po' di tutto dal tardo autunnale all’estivo.
La Norvegia: perchè?

La natura e' ovviamente il motivo principale per andare in Norvegia. Nel nord ci sono paesaggi piu' "estremi", dalle distese di tundra senza un solo albero alle montagne a strapiombo sul mare con la neve e i ghiacciai, dalle isole con le casette rosse sull'acqua dove si possono vedere foche e balene e sperimentare la vita dei pescatori, al mitico Capo Nord (un po' troppo turistico ma secondo me imperdibile come "meta" del viaggio).
Al sud la natura e' piu' "addomesticata" ma non meno grandiosa.

Ci sono altopiani circondati da vette innevate, ghiacciai azzurrissimi a cui ti puoi avvicinare fino a toccarli e anche farci escursioni sopra, cascate impressionanti ma soprattutto fiordi dall'acqua verdissima e le montagne verde scuro che ne escono, che ti fanno pensare di essere in mezzo alle Alpi allagate.
Sopra il circolo polare, d’estate ci sono le notti bianche, cioè il sole non tramonta mai. Più a nord si sale più a lungo dura questo fenomeno. Mentre vicino al circolo si può vedere il sole a mezzanotte solo 2 o 3 settimane a cavallo tra giugno e luglio, a Capo Nord va da fine maggio a fine luglio. Ma anche quando in agosto il sole scende sotto l’orizzonte, dopo poco sorge di nuovo e il buio vero non arriva mai. A sud del circolo polare non c'è il sole di mezzanotte, ma vi assicuro che perfino nel sud del paese a fine giugno anche all'una di notte c’era abbastanza chiarore per camminare all’aperto senza bisogno di luce artificiale. Non ho visto le stelle per 17 notti di fila...
A livello "culturale" ci sono molti paesini carini e pittoreschi, specie alle Isole Lofoten. Le chiesette di legno che si trovano abbastanza spesso nelle zone rurali del sud sono anche nella lista dei patrimoni dell'umanita' dell'UNESCO. Le poche cittadine abbastanza grandi sono interessanti e vivaci, ma non la domenica quando chiude tutto. A Oslo ci sono dei bei parchi e musei, per il resto non si puo' certo paragonare a Stoccolma o Copenhagen come bellezza. Bergen e Stavanger hanno un quartiere centrale di casette di legno che merita e delle chiese e palazzi medievali. Ma il resto dei posti che ho visto erano paesi o paesoni e non città.
Non posso fare commenti sulla vita notturna, nel senso di locali e discoteche.

Intanto non sono la mia priorità quando viaggio, e poi in questo viaggio in particolare era proprio impossibile che ne sperimentassi. La prima settimana ho dormito poco, certo, ma ho visto natura natura e ancora natura - meraviglioso. Gli altri 10 giorni ero in compagnia di mia zia, la vita notturna non é il suo forte (neanche il mio a dire il vero) e ci siamo accontentate di fare delle passeggiate serali in città nella luce del lungo tramonto dell’estate nordica, quando non abbiamo addirittura dormito in campeggi fuori dai paesini. In posti tipo Norheimsund, Balestrand o Hellesylt, che vita notturna ci può mai essere? Unici posti dove ho pernottato dove si poteva pensare di uscire la sera a bere qualcosa: Oslo, Bergen, Stavanger.
Il mio Itinerario

Una nota prima di tutto: il mio itinerario é un po' "spezzato" in due. Originariamente volevo spostarmi man mano da sud a nord e rientrare direttamente da lassù. Poi però la persona con cui dovevo fare questo viaggio (mia zia) aveva dei problemi di ferie, di budget e di interesse in alcuni luoghi più che in altri. Per farli coincidere con le mie ferie e i miei interessi, ho dovuto fare prima il nord da sola e poi tornare a Oslo dove mi ha raggiunta mia zia e abbiamo girato assieme il sud.
Inoltre, per ragioni di tempo, ho preso un volo interno per arrivare direttamente da Oslo nella zona relativamente vicino a Capo Nord. Sono però convinta che sia molto più significativo arrivare a Capo Nord via terra, visto che di per se lassù non c'è molto ed é più una meta simbolica, da la sensazione di essere arrivati ai confini del mondo. Se ci arrivi in aereo non é la stessa cosa...
Itinerario in breve: Oslo– Alta – Honningsvag (Capo Nord) – nave postale Hurtigruten con soste a Hammerfest e Tromso Andenes (Isole Vesteralen) – Isole LofotenBodo OsloFlam Bergen – fiordi e ghiacciai – Bergen StavangerOslo.

Attenzione, 18 giorni sono molto lunghi da raccontare...
Se avete voglia di continuare a leggere, eccovi il diario di viaggio dettagliato. Ho messo tutti i prezzi e i nomi degli alloggi e dei trasporti dove potevo. Per gli ostelli, se siete membri dell’associazione costano 3-4 euro in meno, ma io non ero membro quindi ho pagato il prezzo pieno. Non ho scritto i nomi degli ostelli, li trovate sul sito segnalato tra i link.
Ven 23 giugno

Voli KLM Roma-Amsterdam e Amsterdam-Oslo, arrivo a Oslo verso le 20. Morten, il ragazzo di Hospitality Club (da ora in poi abbreviato HC) che mi dovrebbe ospitare a casa sua mi passa a prendere all'aeroporto e come d’accordo invece di andare a Oslo andiamo a un barbecue nella casa di campagna di una coppia di amici suoi, in mezzo ai boschi non lontano dall’aeroporto.
Il 23 giugno lassù é festa nazionale e tutti vanno nella loro casa di campagna e festeggiano a base di birra e panini coi wurstel (ma cos'é, la Germania??). Il posto dove mi porta sembra il paradiso terrestre: casetta di legno, boschi e silenzio, fiori viola (che poi vedrò ovunque in Norvegia), un fiume che scorre lento lì davanti, il sole che sembra non voler tramontare mai...
Avremmo dovuto stare poco e andare a casa sua in centro a Oslo per dormire, ma visto che ci stiamo divertendo, e che la mattina dopo dovrei di nuovo essere in zona aeroporto verso le 6, finiamo per dormire nella baitina dei suoi amici là in mezzo ai boschi, che bello!! Con la scusa che tanto dormo qui quindi posso stare alzata un po' di più, vado a dormire solo all’1 e mezza. La prima notte di viaggio vede dunque solo 4 ore di sonno.



Sab 24 giugno

Il povero Morten é così gentile da svegliarsi all’alba anche lui per accompagnarmi (comunque ci rivedremo tra una settimana), e alle 6 sono di nuovo all’aeroporto.

C'é un caos incredibile (credo sia il primo giorno delle vacanze estive locali), prendo per un pelo il volo Oslo-Alta con Norwegian (80 euri), atterro alle 9 e mezza. Raggiunto il centro di Alta in bus dall’aeroporto, mi basta girare una decina di minuti in cerca dell’ufficio turistico per capire che la città in se non offre nulla. Bassi edifici moderni con negozi e un hotel. In realtà lo sapevo, e nelle mie poche ore a disposizione lì volevo visitare il museo dei graffiti rupestri preistorici che é un po' fuori città.
Appurato che il sabato i bus sono pochi e non mi riporterebbero indietro in tempo, noleggio una bici per 3 ore lasciando lo zainone al noleggio. Percorro ansimando i 5 km di saliscendi fino al museo (aiuto, sono fuori forma!), visito un'oretta i bei graffiti all’aperto (per fortuna non piove anche se é nuvoloso) e 5 minuti il museo all’interno, e torno in città. Restituisco la bici e recupero lo zaino, pranzo a crackers e alle 14:30 prendo il bus per Honningsvag, il paese più vicino a Capo Nord (costo 50 euri).
Nelle 4 ore di viaggio non smetto un attimo di guardare fuori dal finestrino: la tundra!! Niente alberi, solo colline e montagne con pratoni verde-giallo e qualche pozza d’acqua, qualche raro villaggetto (10 case in tutto) e quando arriviamo lungo la costa ci sono anche le cascatelle che dalle brulle pareti delle montagne a strapiombo finiscono direttamente in mare.
Che paesaggi incredibili!! Un paio di volte vediamo anche branchi di renne pascolare. Non oso pensare come debba essere vivere qui d’inverno, tra il freddo e il buio permanente. Passando per un tunnel dalla forte pendenza, l’autobus raggiunge l’isola su cui si trova Capo Nord. Ma come punto piu’ a nord d’Europa non mi sembra giusto considerare un’isola!

Vabbè...
Arrivo a Honningsvag, un paesone in confronto ai gruppi di case sparse viste finora dall’autobus. Anche qui sono d’accordo con un ragazzo di HC contattato in precedenza, Jerome, che mi ospiterà. Ceno da lui con anche i suoi coinquilini in un mix di nazionalità europee - che bello! - e alle 21 prendo il bus Honningsvag-Capo Nord (45 minuti, 35 euri incluso ingresso a Capo Nord). Ed eccomi arrivata lassù! A parte che é caro, che é pieno di grupponi di turisti sbarcati dalle navi da crociera (anche tanti italiani), che non c'é niente... però il paesaggio é bellissimo, e che emozione!!
Sono nell’estremo nord dell’Europa, una sorta di wild west europeo, una meta mitica e sognata. Peccato che faccia freddo e che alle 23 il sole venga oscurato dalle nuvole. Però almeno non c'é nebbia e si vede tutto intorno, fino al vero punto più a nord d’Europa, il promontorio di Knivskjellodden, a sinistra di Capo Nord.
Dopo aver visto quindi non il sole bensì le “nuvole di mezzanotte”, rientro a Honningsvag col bus (12 euri) e verso l’una e mezza vado a dormire. Anche domani mi devo alzare alle 5 e mezza, seconda notte da 4 ore.
Dom 25 giugno

Alle 6 del mattino infatti da Honningsvag mi imbarco sulla nave postale Hurtigruten diretta verso sud. Pago solo il passaggio ponte (già così é carissimo, 195 euri per 28 ore di nave): anche se starò sulla nave fino a domani mattina, so che si può dormire nel salone.
Inizialmente, visto che ho ancora sonno, mi metto a pisolare su una poltrona con vista mare, poi quando mi sveglio per benino esploro la nave. E’ più una nave da crociera che un semplice mezzo pubblico come era alle origini. Infatti il 90% dei passeggeri sono tedeschi, inglesi e americani over 60 o al massimo qualche famigliola con bambini, che immagino stiano sulla nave più giorni e partecipino anche alle escursioni organizzate (costosette).

In effetti un viaggio del genere é un po' noioso, specie per me che giro da sola. Però sono capitata sulla nave più nuova della flotta Hurtigruten, e c'é perfino la piscina e l’idromassaggio all’aperto! Avrei anche il costume, ma il freddo dell’aria non mi invoglia affatto a provarle.
Per fortuna che dopo un po' esce il sole e si può stare sul ponte a godersi il paesaggio meraviglioso della costa nord della Norvegia, con le montagne dalle vette innevate che si gettano in mare e un sacco di piccoli fari. Facciamo sosta un paio d’ore a Hammerfest e ne approfitto per scendere a visitare la “capitale del nord”, una cittadina moderna le cui attrattive sono una strana chiesa a forma di “tenda canadese” e la Società dell’Orso Polare.
Mi prendo anche qualcosa da mangiare stile fast food per non dover pagare cifre spropositate nel bar della nave. Nel pomeriggio, sempre sulla nave, faccio amicizia con uno dei pochi altri viaggiatori giovani e solitari, Steve, un tipo americano con cui chiacchiero un bel po'. La notte (che é comunque sempre giorno), alle 23, facciamo 2 ore di sosta a Tromso e mi decido a partecipare a un’escursione (30 euri) alla cosiddetta “Cattedrale artica”, un’altra chiesa moderna dalla forma a tenda con delle belle vetrate (le vetrate colorate più grandi d’Europa, dice la guida).
Nell’escursione é incluso un concerto per piano, violino e voce nella cattedrale, ma il mio sonno arretrato mi impedisce di godermelo appieno. Appena risalita sulla nave mi stendo su un -per altro comodissimo- divano del salone centrale, come alcune altre persone che non hanno preso la cabina, e dormo 6 ore di fila.


Lun 26 giugno

Svegliata dall’aspirapolvere delle donne delle pulizie, mi do una sistemata nel bagno della nave che sembra quello di un grande albergo, e passo un altro paio d’ore a chiacchierare con Steve e a guardare il paesaggio mentre la nave si avvicina all’arcipelago delle Vesteralen.

Alle 10 e mezza sbarco finalmente a Risoyhamn, da cui in un’oretta di bus (11 euri) arrivo ad Andenes, all’estremo nord delle isole, mia meta di quel giorno.
Dal bus mi godo ancora una volta il paesaggio fatto di montagne stavolta verdi di alberi, prati fioriti, casette colorate, mucche, pecore e spiaggette dalla sabbia bianca e dall’acqua azzurrissima. In lontananza sul mare si vedono i profili delle altre isole e l’atmosfera un po' nuvolosa da al tutto un senso di fuori dal tempo.
La vita quassù scorre a ritmi così diversi dai nostri! L’autista del bus conosce e saluta uno a uno i pochi passeggeri, e spesso li fa scendere non alle fermate ma davanti a casa loro. Lui stesso fa anche da postino e consegna un pacco in una stazione di servizio. Che pace!
Arrivata ad Andenes vado all’ostello ufficiale dove il giorno prima avevo prenotato: mi danno una singola senza che glielo chieda, cmq il prezzo era sempre di 20 euri. Mollo il bagaglio, e poi giro un po' il paesino. C'è un grande faro rosso che ne è il simbolo, casette di legno dipinte di rosso lungo il porto, gabbiani, barche, ed edifici piu’ moderni ma sempre dipinti a colori vivaci.
Svolte alcune faccende pratiche (spesa, pranzo, cambio soldi, internet) faccio una visita al museo dell’Aurora Boreale (lasciate perdere, poca roba) e poi alle 15 mi presento all’appuntamento per il safari alle balene che avevo prenotato già dall’Italia (per essere sicura che ci fosse la partenza opzionale del pomeriggio). Questa era una delle cose che volevo assolutamente fare in questo viaggio.
L’organizzazione è perfetta (vorrei anche vedere, l’escursione costa 100 euri): prima ci danno una pastiglia anti-mal di mare, poi visitiamo il museo delle balene con delle guide e, verso le 17, salpiamo. Dobbiamo spingerci in alto mare per arrivare alla zona delle balene, che ci hanno spiegato essere della specie “sperm whale”, cioé in italiano capodogli.

Ma non sono vere balene!! Vabbé, sempre cetacei sono...
Mentre la barca si spinge verso l’oceano, ci vengono offerte bevande calde e biscotti e faccio amicizia con i giovani che ci fanno da guida. Vengono da mezza Europa col programma Leonardo (stage lavorativi per studenti universitari), sono studenti di turismo. Ci sono anche una ragazza italiana e un ragazzo della Svizzera italiana. Che strano parlare con loro la mia lingua dopo 3 giorni di solo inglese...
Purtroppo il sole sparisce dietro alle nuvole, tira un forte vento e inizia a fare freddo. Il mal di mare comincia a farsi sentire nonostante la pastiglia. Io prendo un’altra medicina che mi ero portata dietro e riesco a evitare il peggio, ma molti altri no. La barca è comunque attrezzata con sacchetti appositi in abbondanza, oltre che con coperte in quantità industriale.
Dopo un po' la gente abbandona i posti all’aperto per stare al riparo, anche perché si mette anche a piovere. Fa davvero freddissimo! Tra freddo e nausea passa un’ora e mezza o due, la balena è stata avvistata grazie al sonar della barca, ma è sott’acqua e dobbiamo aspettare che emerga a respirare. Finalmente eccola! Tutti a prua a vederla e fare foto! Che emozione, freddo e pioggia ci fanno un baffo in questo momento. Ma dopo 2 minuti torna a immergersi. Infreddoliti e stanchi aspettiamo un’altra mezz’ora abbondante ed ecco che ricompare, stavolta ancora più vicino e per più tempo, circa 5 minuti. Bellissimo!
Ora possiamo fare rotta verso casa, ma ci vogliono comunque un altro paio d’ore sempre di mare mosso e vento. Mentre rientriamo, l’organizzazione ci da anche la cena: un minestrone caldo e del pane. Poi io mi rifugio sotto coperta dove, nonostante i jeans fradici, riesco perfino ad addormentarmi sdraiata su una panchina.

All’arrivo verso le 22 il sonnellino mi ha reso ancora più infreddolita e tremante, per fortuna l’ostello è a 2 minuti a piedi. Doccia bollente e subito a dormire, finalmente stanotte dovrei poter riposare come si deve, in un letto vero, per 8 ore di fila... e invece per ben 2 volte scatta l’allarme anti-incendio e mi sveglia, a mezzanotte e alle 2. Falso allarme, ma sembra proprio che in questo viaggio io non sia destinata a dormire normalmente, eh eh.
Mar 27 giugno

Alle 9 riprendo il bus da Andenes per tornare a Risoyhamn, dove alle 11 prendo di nuovo la nave postale Hurtigruten per proseguire verso sud. Per 10 ore di navigazione mi fanno pagare 65 euri. Stavolta mi tocca una delle navi più vecchie della flotta: più atmosfera ma meno comodità, ma tanto non ci devo dormire stasera. Anche qui però la tipologia di viaggiatori a bordo non cambia, famiglie e anziani. Passerò l’intera giornata a guardare fuori dai finestrini o sul ponte quando il sole si fa vedere. Non trovo nessuno con cui scambiare quattro chiacchiere stavolta.
Scendendo lungo lo stretto tra le isole e la costa, passiamo dall’arcipelago delle Vesteralen, più piatte, a quello delle Lofoten, più montagnose e imponenti. Quando siamo vicini alla costa l’acqua da blu-grigia diventa di un bel verde smeraldo o azzurro.
Mentre attraversiamo uno stretto braccio di mare tra due delle Lofoten facciamo una piccolissima deviazione all’interno del Trollfjord, il fiordo più stretto della Norvegia, dove la nave passa lasciando appena un paio di metri per lato. Arrivati in fondo – sono solo 2 km – la nave si gira e torna indietro, con una manovra da parcheggio romano.
Nel pomeriggio durante la breve sosta a Svolvaer scendo e faccio un giro, e per la prima volta noto i merluzzi stesi al sole ad essiccare, che poi vedrò ovunque nelle Lofoten, visto che il merluzzo é la loro produzione primaria.

Svolvaer non é un posto particolarmente attraente, l’unica particolarità é una vetta montuosa poco lontana che termina con due corna, che infatti viene chiamata la capra di Svolvaer. Risalita sulla nave, sbarco definitivamente alle 21 a Stamsund, sempre sulle isole Lofoten.
A Stamsund non c'è molto da vedere ma ho sentito tanto parlare dell’ostello ufficiale di qui, gestito da un certo Roar. Infatti l’ambiente é bellissimo, si tratta di una serie di ex case di pescatori riadattate, appena fuori paese, su una piccolissima baia. L’ostellante é l’immagine del classico pescatore norvegese, barbuto e apparentemente burbero, ma simpatico. Il prezzo é il più basso che ho trovato quassù, 15 euri in camerata.
Ma soprattutto, ci sono una cucina enorme e una sala comune con una fantastica atmosfera, diversa da tutti gli altri ostelli, sembra più una grande famiglia, e la gente si fa da mangiare in compagnia e si scambia cibo e chiacchiere. Arrivando con la mia scatoletta di tonno e i crackers, mi vengono subito offerte varie cibarie calde. Conosco in breve tempo un sacco di gente da mezzo mondo, c'é chi é in giro da solo da 6 mesi e chi viaggia per 2 settimane con amici o in coppia. Tutti però con l’identico spirito d’avventura e la stessa apertura mentale e agli altri.
Verso le 23 un ragazzo australiano, Daniel, propone di prendere la barchetta a remi e la lenza messe a disposizione gratis dall’ostello e di andare a pescare, tanto é sempre chiaro anche di notte. Io e un francese, Arnold, lo seguiamo, e remando pian piano usciamo dalla baia dell’ostello e gettiamo la lenza con una decina di ami attaccati, senza esca ovviamente. Quando verso l’una ormai scoraggiati e infreddoliti stiamo tornando lentamente verso l’ostello, ecco che abboccano tutti assieme 4 bei merluzzi! Appena a terra, all’una e mezza di notte, loro iniziano a pulirli ma io sto davvero patendo troppo il freddo e me ne vado a dormire.

Purtroppo col freddo che ho preso ci metto circa 2 ore a scaldarmi abbastanza da riuscire ad addormentarmi. Anche stanotte 4 ore di sonno scarse...

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