Russia

La Transiberiana – Siberia – II parte: Tomsk

7 agosto - sulla strada

L’enorme stazione di Novosibirsk dà su un altrettanto enorme slargo, che chiamarla piazza sarebbe improprio. In pratica è un megaparcheggio di autobus, pulmini, bancarelle e taxi. In giro, neanche un’anima a parte il “solito” tassista che si avventa sui due italiani zainati, spaesati e chiaramente rincoglioniti – un po’ dal sonno, un po’ intrinsecamente. ZoT si produce nel suo impeccabile russo (eufemismo) e riesce a interloquire quel tanto che basta per contrattare un passaggio alla stazione dei bus, e per un prezzo onesto.

Lì giunti, scopriamo di non essere gli unici a voler raggiungere Tomsk a quell’ora immonda: schiviamo l’offerta di un taxi a lungo raggio (3.500 rubli!) e optiamo per la più convenzionale e proletaria marshrutka a 500 rubli a capoccia.
Per chi non sapesse cos’è la marshrutka, trattasi di banale pulmino a 9 posti che però grazie alla grandiosa avidità e capacità logistica dei russi, non a caso inventori del Tetris, sale fino a 43-44 posti più bagagli!

Aspettiamo una mezz’ora, il tempo di essere a pienissimo carico, e partiamo. Il viaggio è lungo (3 ore circa) e sonnacchioso. Le penniche sono però funestate da strade spaventosamente sconnesse, e da un vicino di pulmino dall’alito devastante… La pausa a metà tragitto è provvidenziale. Ci sgranchiamo e esploriamo l’autogrilloski: assomiglia a quei baretti in mezzo al nulla dei film “on the road” USA, a parte che è assolutamente più sgrauso! Però vendono di tutto, dalla verdura a CD-mp3 di improbabili compilation russe (ma pure i Radiohead) a prezzi ridicoli! Immaginiamo che la SIAE non sospetti minimamente dell’esistenza della strada Novosibirsk-Tomsk... Comunque sia, approfittiamo della sosta per una sana colazione a base di bliny, e ripartiamo.

Giunti finalmente alla stazione di Tomsk, individuiamo rapidamente il bus per il centro e ci rechiamo all’hotel Sputnik, segnalato dalla Lonely.
La kapò alla reception è stranamente malfidente: sarà che forse non ci presentiamo benissimo dopo il lungo viaggio?

Fatto sta che pretende i soldi in anticipo e in contanti. Sconfitto anche il bancomat in russo (!) paghiamo e prendiamo possesso della nostra camera che non è niente male, soprattutto grande, in pratica un miniappartamento di 2 stanze con vista sullo stadio cittadino. Che lusso... Ma non lo apprezziamo a lungo: tempo di toccare il letto e piombiamo in un sonno comatoso.

Q come Qultura

Nel pomeriggio, cominciamo l’esplorazione della città, detta anche la "Oxford della Siberia" per le sue numerose università e la sua antica tradizione. Antica per modo di dire: ha da poco superato i 400 anni di vita, ma è comunque l’agglomerato urbano con più tradizione della Siberia.

Abbiamo deciso di fare tappa a Tomsk, al di fuori del tragitto classico della Transiberiana, perchè la Lonely Planet spende kg di piombo per celebrare le sue leggendarie case in legno, piene di fregi e decorazioni, ed è inevitabile partire da lì!
Le case suddette sono sparse qua e là per la città, indicate con una certa precisione dalla guida.

Per completezza di informazione, riportiamo qui il lapidario ma efficace giudizio estetico di Ale: “delle catapecchie, tutta 'sta fatica per vedere delle catapecchie...”. Sarà che l’istanza culturale non ha ancora fatto breccia in lui? Tra l’altro, rispetto ad Omsk pare che il tripudio estetico femminile sia alquanto ridotto, per cui ci sono meno distrazioni: come mai il nostro maratoneta non riesce ad entrare in sintonia con la città? Forse proprio per questo…

Dopo un’indigestione di architettura lignea rinfranchiamo il corpo con una sosta nella piazza centrale, Lenina Ploschshad. Un bello shashlik (spiedino di carne) è quello che ci vuole, prima di spararci il lungofiume (qui c'è il Tom) e la “Collina della Resurrezione” luogo di fondazione della città.

Ma ormai sono le 7 ed è tempo della tradizionale pennica preserale.

A cena, per una volta ci trattiamo bene: nei pressi del nostro hotel c’è il ristorante che a nostra insaputa la Lonely reputa il migliore di Tomsk: l’Eterna Chiamata! A dispetto del nome improbabile (nostra libera traduzione dell'originale russo), è tutto molto buono: zuppone, insalate, dolce, birra e vodka. E nemmeno eccessivamente caro: 1.300 rub per quella che resterà comunque la cena più cara del nostro viaggio.

Per il post cena ci rechiamo nel vialone Carlo Marx al Foodmaster, che a dispetto del nome da fast food è un bar abbastanza fighetto con atmosfera rilassata e stucchi ai soffitti. E tanto per non smentirsi, l’unica cosa che Ale riesce ad apprezzare sono le cospicue mammelle di una minorenne al tavolo accanto…! Il porco giura comunque a ZoT che dal giorno dopo entrerà in modalità culturale per meglio apprezzare la città.
E’ lunedì sera e com’è prevedibile la vita notturna lascia a desiderare; così molliamo il colpo e torniamo in albergo.

8 agosto - odissea tra agenzie

Oggi dovrebbe essere un altro giorno consacrato alla Cultura ma prima dobbiamo adempiere ad alcune formalità: in primis la colazione in albergo (purtroppo non “abbuffet” e sotto il severo sguardo di una arcigna vecchiaccia); poi la prenotazione delle tappe successive: albergo a Novosibirsk e Krasnoyarsk.

Se vi pare facile, significa che non avete mai avuto a che fare con agenti di viaggio siberiani. Ci giriamo mezza città e tre agenzie per prenotare due alberghi! La prima agenzia ci respinge, la seconda ci prenota solo Novosibirsk e per Krasnoyarsk ci rimbalza a una terza dove a suo dire parlano inglese.

Ovviamente non è così… Dopo una mezz’ora di febbrili trattative, la tizia ci dice di andare in pace, e che ci richiamerà in albergo…(?) Non ci fidiamo ma speriamo, e ci diamo al turismo.

Attività non semplice, con Ale che mostra tutte le magagne dello sforzo atletico di alcuni giorni prima: si muove con la leggerezza di un macigno e si produce in ignobili sceneggiate di dolore ogni volta che un gradino si profila all’orizzonte...

Torniamo in ogni caso nella parte nord della città dove si concentrano le attrattive maggiori, intorno alla Collina della Resurrezione. Vediamo la Chiesa Nera, il Laghetto Bianco, il Museo Storico di Tomsk proprio in cima alla collina, la adiacente torre di avvistamento da dove si domina la città, e infine il Museo dell’Oppressione, in origine la prigione sotterranea della crudele NKVD (più tardi diventata KGB).

Ale, nonostante gli impegni presi, appare sempre poco interessato ai musei e molto interessato ad altre estetiche. ZoT, scoraggiato, riesce però a fare sintesi, dirigendosi col reprobo in zona Università. Complice la bella giornata, l’effetto è notevole: un campus verdissimo, con panchine soleggiate, scoiattoli che scorazzano e studentesse strepitose! Purtroppo il nostro tentativo di infiltrarci all’interno degli edifici universitari viene frustrato da una solerte guardia, ma ci saremmo volentieri iscritti ad un corso di laurea a caso…

Dopo il dilettevole torniamo all’utile, ossia all’agenzia n° 3 (per la cronaca: è la Tomsk Tourist, e non dite che non vi avevamo avvisato) per avere notizie di prima mano del nostro albergo a Krasnoyarsk. Lì combattiamo per mezz’ora con due fanciulle, signorilmente ribattezzate da ZoT “tr**a n° 1 e tr**a n°2”, che ci fanno affogare per mezz’ora in insuperabili difficoltà linguistiche senza che noi si cavi un ragno dal buco. Ed è ora che, di punto in bianco, la n°1 ci rivela che parla inglese!!!

Ale trattiene a stento ZoT che vorrebbe affogarla nel Tom.

Poi la signorina decide… di andarsene!?! Forse perché è contro la policy aziendale aiutare il turista che non parla russo! Fatto sta che dopo ulteriori estenuanti trattative, la tr**a n°2 ci affibbia un misterioso abboccamento in agenzia la mattina dopo.
Tanta fatica merita una birra, e ce la spariamo nel parco cittadino, comprendente luna park e attrazioni varie.

In serata ceniamo al Sibirskiy Bistro, una specie di fast food fighetto o almeno che prova ad esserlo senza troppo successo. Mangiamo poco e male – il record negativo è dell’orrida pizza ordinata da Ale – e ci consoliamo con le vicine di tavolo, in maggioranza di sesso femminile anche se nessuna supera i vent’anni. Fatto sta che di lì a poco siamo invitati a unirci a un tavolo di fanciulle! Beh, chi siamo noi per tirarci indietro?

L’equipaggio è formato da: Nastya (detta “la biondina rigida”, presentatrice della locale tv), Vika ("la lolita rossa") e Olga, la più carina del gruppo nonché l’unica di età accettabile, ahimè sposata e che se ne va di lì a poco, preceduta a breve distanza di tempo dall’unico uomo del gruppo, “il bolso”. In compenso arriva un’altra amica di cui ci sfugge il nome, subito ribattezzata “la giunonica” per evidenti motivi.

Dopo un giro di birre le ragazze ci invitano al Fokel, locale multidisciplinare (cinema, disco, bar, bowling) analogo all’XL di omskiana memoria.
Ci diamo al bowling (stavolta Ale non vince, battuto sul fil di lana da Nastya; ZoT è addirittura umiliato) e alle danze e molliamo il colpo verso le 2:30. Il bilancio finanziario è deleterio, dato che abbiamo praticamente offerto tutto! Questa è un'incrollabile tradizione della santa madre Russia, che bene si integra con l'ulteriore requisito del perfetto gentleman: regalare tonnellate di fiori (a questo non ci siamo piegati).

Comunque ci siamo divertiti, e l'importante è questo!

9 agosto - dogmi

Finalmente comprendiamo perché la “simpatica signorina” dell’agenzia ci aveva dato appuntamento il mattino dopo: ha convocato il suo fidanzato, che parla inglese. Finalmente riusciamo a farci capire! Socializziamo col tipo, molto simpatico tra l’altro, e prenotiamo un albergo centrale a Krasnoyarsk a prezzo ottimo.

Ma ormai è tempo di lasciare la Oxford della Siberia: tornati in albergo, ci godiamo l’ultima colazione, poi partiamo alla volta della stazione, per riprendere una marshrutka, a ritroso verso Novosibirsk.
Stavolta il viaggio ci costa pure meno, 300 rub anziché 500: sarà che all'andata c’era il supplemento notturno!? Purtroppo è anche più scomodo e lento, complice anche il traffico. Oltre il finestrino la natura della Siberia si manifesta in tutta la sua prepotenza: foreste, fiumi e laghetti senza soluzione di continuità, non un insediamento umano a pagarlo...

Lungo il tragitto, abbiamo modo ancora una volta di interrogarci sull’imponderabilità delle coppie russe: di fronte a noi c’è una Semidea in compagnia del marito, un gigantesco e orrido uomo cisterna, e la di loro bambina cisternina. Valla a capire…
Ma d’altronde la Russia non bisogna capirla, bisogna crederci e noi ci crediamo, tanto più che Novosibirsk si avvicina!

Logistica Tomskiana

Tomsk
si raggiunge in 3 ore abbondanti di marshrutka da Novosibirsk, il costo va dai 300 ai 500 rb.
L'albergo in cui abbiamo alloggiato è lo SPUTNIK, in Belinskogo 15 (3822-526-660), praticamente dietro il parco cittadino e lo stadio. Ci è costato 1.100 rb cadauno a notte, colazione compresa.
Per arrivarci basta prendere uno qualsiasi dei bus di fronte alla stazione, che tanto passano tutti per la Lenina e scendere poi all'altezza del parco.

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