Murmansk

Capodanno a Murmansk in Russia

Murmansk

Posso dire di avere l’onore e il piacere di avere da anni due carissime amiche russe, che vivono e lavorano a Murmansk, le quali mi hanno invitato a passare le festività di Capodanno con loro. Non mi sono certo fatto pregare, ho accettato subito e con molto piacere. Loro hanno provveduto a farmi l’invito, (sono stato ospite a casa loro), ed io ho fatto il visto in ambasciata.
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Ho preso un volo Aeroflot, ho fatto Roma – Mosca – Murmansk A/R. Il volo è costato ca. 730€, anche se devo dire che c’erano offerte di molto inferiori come prezzo, ho preferito non rischiare sorprese, perche’ le altre offerte prevedevano piu’ scali, innalzando il rischio di perdere le coincidenze o il bagaglio.
Prendo il volo da FCO, (io sono di Roma), l’aereo è nuovo di zecca, (Aeroflot) e da quando viaggio è la prima volta che mi capita di salire a bordo di un apparecchio nuovo. Ne sono piacevolmente stupito. In aereo di fianco a me, si siede una signora di San Pietroburgo, dolcissima.. parla pochissime parole di italiano...riusciamo a capirci e mi dice che è a servizio presso una famiglia di Napoli...in italia sta bene...ma vorrebbe cambiare citta’...forse Roma...chissa’. L’aiuto a mettere il bagaglio a mano sopra di noi, mi ringrazia con lo sguardo, si chiama Olga e anche io mi presento. Mi dice che è molto meglio per andare a Murmansk fare scalo a San Pietroburgo, l’aeroporto è meno incasinato e non c’e’ bisogno di bus. Dal suo sguardo e dalle poche parole capisco che vita sofferta deve aver fatto tornava a casa dalla sua famiglia per le festivita’ natalizie.
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Dopo 3.40 h di volo sono a Mosca SVO, ritiro il mio bagaglio, (chi fa scalo in Russia deve per forza ritirare il bagaglio, il bagaglio non viaggia diretto a destinazione) per fortuna mi ero informato a Roma su internet in quanto dal terminal 2 (voli internazionali), devo andare al terminal D1 (voli interni).

La cosa è non facilissima se non ci si informa un minino prima, a casa mia avevo visto la mappa dell’aeroporto di Mosca. Passo per il percorso “transit” (transiti), quindi, appena uscito dal terminal 2, la temperatura di Mosca (-10C) mi da il benvenuto con dei bei fiocchi di neve. Il Pullmann dell’aeroflot, fa la spola portando i viaggiatori da un terminal all’altro, trovo gia una fila di persone ad aspettare, con relativi bagagli: per fortuna il pullman c’è ogni 5 minuti.
Infatti devo prendere quello successivo per la folla e per l’arrembaggio. Nel frattempo in fila, chiedo conferme per il bus che stavo aspettando, scambio due parole con un ragazzo, che era li’ con amici, al quale dico che sono diretto a Murmansk, lui russo che parla inglese mi fa: “Oh my God ! It’s very cold ! God luck, I’am going to south, to Samara. “ Era gia’ un assaggio di quello che mi aspettava, visto che un russo stesso mi dice quelle parole...
Mi rendo conto di avere solo un'ora e mezzo di tempo, non tantissimo e se non voglio rischiare di dormire in aeroporto a Mosca, metto il mio trolley grande nel portabagagli del pullman, salgo sul bus, con il mio trolley piccolo sopra le mie gambe, intanto il bus (affollatissimo) esce dall’area internazionale, per immettersi dentro Mosca, su di una strada principale, ed arrivare 10 min. dopo al terminal D1 (voli interni).
Considerate che nessuno o quasi parla inglese...io parlo inglese e conosco l’alfabeto cirillico ma solo quattro parole in croce di russo. Prendo di corsa il mio trolley, ed entro nel terminal, ma all’interno nessuna indicazione di dove ci fossero i check-in per i voli interni. Come al solito nei momenti dove nulla è chiaro, mi affido al mio proverbiale sesto senso che non mi ha mai tradito e vado “a naso”...seguo un po’ di gente e mi trovo davanti ad un ascensore dove c’è una famigliola russa in attesa di prendere un volo per chissa’ dove..

riesco a farmi capire da loro che dicendo che devo andare a Murmansk, e nel frattempo vedo una scritta accanto all’ascensore dove è scritto “partenze”.
Tiro un mezzo sospiro...prendo l’ascensore...(intanto comincia la corsa contro il tempo che stringe)...mi ritrovo al terzo piano del terminal dove mi rincuora vedere ca. 30 desk per i check-in...dove su nessuno pero’ è scritta la mia destinazione.. chiedo all’info desk e mi dicono che è “buono” ogni banco dall’1 al 18…mi rendo conto che purtroppo davanti a me al check-in c’è una fila chilometrica,  saranno minino 200 persone.
Mancano 50 minuti al volo e con quella fila è matematicamente impossibile prendere il volo in tempo...sto rischiando seriamente. Con mio stupore, mi rendo conto che all’inzio della fila c’è Olga...la mia “compagna di volo”..mi vede da lontano, mi sorride e mi fa cenno di venire da lei..mi ha letteralmente “salvato”...grazie a Dio! Addirittura mi fa passare anche davanti a lei..! Ha una busta in terra…malmessa, con delle scatole di cartone..non riesce nemmeno a prenderla da terra.. si è rotto un manico.. quella situazione e quella donna...con le sue attenzioni...mi è rimasta nel cuore! Non riesco nemmeno a salutare quella donna, che è già il mio turno e faccio per fortuna tutto in tempo.
Mi dirigo verso il mio gate per la partenza, trafelato...ma ce l’ho fatta! Mi rendo conto incredibilmente che ai gates per i voli interni della Russia...ogni mezz’ora c’è una partenza. Prima di me quelli diretti ad Arkhangelsk…poi tocca a noi. In sala d’attesa accanto a me si siede un ragazzo..avra’ non piu’ di 16 anni...è vestito con un cappotto, ma con le mostrine della marina e il colbacco con lo stemma dell’armata rossa in mano...è un allievo militare.

Questa volta il velivolo è piu’ piccolo e la tratta è gestita dalla Aeroflot Nord, compagnia sorella della Aeroflot...due ore di volo… l’aereo è per un terzo vuoto.. mi rendo conto che Murmansk non è una meta gettonatissima e andarci nel bel mezzo dell’inverno richiede un pizzico di follia..! (ma a me piacciono le cose un po’ folli ed estreme..mi danno adrenalina).
Accanto a me in aereo un ragazzo stavolta.. al quale provo a parlare...e mi rendo conto che parla inglese...è di Murmansk e mi racconta che ha fatto il bagno nel fiume d’inverno…cosicchè dentro di me capisco di non essere l’unico pazzo..! Schiaccio un pisolino data la stanchezza.. e mi sveglio rendendomi conto che l’aereo sta gia’ scendendo: mancano 20 minuti all’atterraggio.
Il pilota annuncia la temperatura all’arrivo.. -30°C! Spero di aver capito male...spero di aver capito -13°C..e mi rivolgo al tizio accanto a me...è vero? -30 °C ?? e lui: si vero! – 30 °C mi dice sorridendo. Copriti bene che non è uno scherzo! Io che con il freddo ho una certa confidenza, ma a quelle temperature non le avevo mai “provate”…! L’aereo atterra...su una pista ghiacciata...ai lati della pista un metro di neve...mi accingo alla scaletta!
Pare di essere dentro un congelatore industriale..! Scendiamo, l’autobus che ci deve portare al terminal ci aspetta accanto all’aereo, si affolla rapidamente, sul pavimento dell’autobus un centimetro. Di neve e ghiaccio…! Tutti i vetri laterali e posteriori bianchi congelati, i nostri respiri fanno delle belle nuvole di vapore!
Non posso nemmeno sorreggermi a mani nude...tanto sono congelati i sostegni...ci vogliono i miei guanti da sci che estraggo comodamente dal mio fido giaccone in gore-tex. All’interno due o tre sole guardie, sembrano contadini…mi rendo conto che tutto l’aeroporto è formato da due soli stanzoni..uno per le partenze e uno per gli arrivi.

Le mie due anime dolci mi aspettano e ci abbracciamo…e mi sorridono scaldandomi il cuore! Mi rendo conto che gli addetti all’aeroporto, stanno scaricando i bagagli…a mano a -30! Li mettono su di una piccola passerella che per meta’ è interna alla stanza e per meta’ è esterna, ho quasi pena per loro. Per ritirare il bagaglio a Murmansk, c’è bisogno del talloncino piccolo di volo (quello che si ottiene quando ti dividono il biglietto all’imbarco)...incredibile! Una signora addetta ai bagagli, controlla i talloncini di ognuno che corrispondano alla matricola sul bagaglio...con questo controllo, possiamo finalmente uscire.
E’ mezzanotte e sono finalmente a Murmansk! Mi rendo conto di essere in un posto un po’ estremo, di frontiera...fuori un metro di neve...per lo più congelata, le auto sono tutte equipaggiate con le gomme da neve- C’è un amico delle mie amiche che si è molto gentilmente prestato ad accompagnarci a casa, ci sta aspettando in macchina. Ancora non mi rendo conto di essere ad un posto che è oltre 200 km dopo il circolo polare artico!

La macchina si avvia e sono felice di essere a destinazione...in buone mani con le mie amiche che mi chiedono di tutto..(sono 6 mesi che non ci vedevamo)…! Io incantato mentre parlo con loro guardo fuori..tutto è bianco e attraversiamo strade in mezzo a boschi di conifere…l’aeroporto è in localita’ Murmanshi, nella taiga a 40 km da Murmansk circa 40-50 minuti di strada in macchina o Marshrutka.
Tutto è neve alta un metro e ghiacciosembra di essere nel paese di Babbo Natale...eppure siamo 500 km a piu’ nord di Rovaniemi. Passiamo per il piccolo abitato di Kola…poi si vedono i primi grandi fabbricati...siamo a Kolskij prospekt, la strada principale prima di entrare a Murmansk…molte le vetrine dei negozi accese, anche se tutto è chiuso…qualche persona cammina per strada.

Arriviamo a casa e salutiamo Aleksei, che ci ha accompagnato…la casa semplice ed accogliente, al primo piano di un palazzone in stile sovietico.
Gran parte di cio’ che porto nei miei bagagli sono dei regali per le mie amiche…tra le altre cose porto due pacchi di pasta, una bottiglia di vino, due bei pezzi di parmigiano...della pancetta per fare i rigatoni alla matriciana…addirittura il peperoncino e l’aglio! Poi tiro fuori due cd di musica italiana e due piccoli oggettini di Swaroskij...non vedevo l’ora di fare questa sorpresa...e vedo gli occhi delle mie due amiche illuminarsi, non finiscono piu’ di ringraziarmi! Il loro sorriso è il mio regalo! Ho la mi stanza, confortevole, sono coccolatissimo era proprio quello che volevo.
La mia permanenza a Murmansk di 11 giorni compreso i due giorni di viaggio, si sono susseguiti tra pranzi, cene e festeggiamente, passeggiate ed escursioni con amici, amiche e parenti. Ho incontrato tanta brava gente…tutti con il sorriso..tutti gentili e mi sento un principe in mezzo a loro. Spesso si sta a casa con amici…io mi sono dilettato un paio di volte in cucina...e tutti gli invitati hanno fatto il “bis”..complimentandosi… anche se ho preparato delle cose semplici. Cucinare per gli amici mi rilassa, e mi piace vederli contenti mentre mangiano quello che preparo.
Nei giorni di mia permanenza non sono mai stato solo, anche se le mie amiche a turno lavoravano, poi le loro festivita’ sono dal 1 al 10 gennaio. Una di loro (mia fortuna) lavora in Aeroflot..un altra è medico e lavora sia in clinica privata che nell’ ospedale della polizia e delle forze armate. Nel tempo libero, abbiamo fatto delle escursioni vicino casa…siamo andati a visitare il monumento di Aliosha,  una statua enorme in cemento armato che raffigura un soldato russo con lo sguardo verso il fronte finlandese.

E' un monumento commemorativo dei caduti nella seconda guerra mondiale. Le truppe tedesche erano entrate dalla Norvegia…avevano raso al suolo Murmansk, eppure i russi erano riusciti a respingerli.
Per arrivare al monumento impieghiamo una camminata da casa di mezz’ora...sono le 7 di sera...solo i lampioni illuminano la strada...freddo...i display del centro commerciale vicino segnano –20°C. In cima alla collina, ai piedi di Aliosha, si vede tutta la baia di Kola, dove il mare fa un insenatura. L’aria è pungente, fresca, sotto di noi il porto...in continuo movimento si vedono si sentono le eco delle gru che caricano le navi cisterna…Murmansk è uno dei porti commerciali e militari piu’ importanti di tutto l’emisfero nord..col passare dei giorni poi mi rendo conto che gran parte della vita dei suoi abitanti è legata all’attivita’ portuale, mercantile e militare.
La citta’ si estende per lughezza su di un insenatura del mare, è piena di colline ed i palazzi si affacciano sulla baia e anche al di sotto. Strada facendo si vedono ogni tanto auto parcheggiate completamente ricoperte di neve...sono quelle dei portuali, che vanno a lavorare e si assentano per settimane.
E’ sempre notte...infatti nel periodo del mio soggiorno è la notte polare: da novembre a febbraio non c’è mai il sole...sempre notte o luna...tutt’al piu’ un chiarore tenue all’ora di pranzo...dalle undici all’una. Mi sento un po’ sfasato.. ho sempre una certa sonnolenza. Gli amici sono spesso a casa a trovarci, spesso usciamo con loro...dopo una calda zuppa di verdure con pollo preparata da me usciamo.
Andiamo al bar “Fusion” molto frequentato dai giovani del posto...un bar stile underground con arredamento di design. Entriamo lasciandoci alle spalle -25 all’interno +25C. Ci sediamo e le grandi vetrate mi permettono di vedere la strada innevata all’esterno.

Siamo un bel gruppo e sciegliamo dal menu dolci e the’. Usciti dal bar facciamo un escursione in auto per vedere la citta’ e i dintorni. Lenina street è come la nostra Via del Corso solo è qualche chilometro. Passiamo davanti all’hotel Arctica, e all’hotel Meridien, al centro una piazza dove è un grande abete con decorazioni natalizie.
Il nostro amico che ci conduce, ci racconta che c’è un ponte molto importante costruito un decina d’anni prima che collega i due lati della baia non lontano da esso le strade che portano al bivio per la Finlandia e la Norvegia, frontiere vicinissime. Lo percorriamo sulla strada semicongelata..sotto di noi il mare..ci fermiamo a fare delle foto.. nella mia vita è la prima volta che vedo fluttuare lastroni di ghiaccio nel mare, incredibile! Si alza una nebbia fitta data dalla differenza di temperatura dell’acqua marina e l’aria sovrastante.. piu’ avanti un cartello stradale, indica Kirkenes (Norvegia) a 200 Km e San Pietroburgo a 1435 km. Alla fine del ponte facciamo inversione salutiamo il resto della truppa che andra’ a trascorrere qualche giorno di vacanza a Rovaniemi e San Pietroburgo, noi ora a casa.
Il 31 dicembre siamo ospiti in centro a casa della cugina delle mie amiche...suo marito è impiegato per una societa’ mercantile al porto ed ha il turno di lavoro tutta la notte ed ora lei è da sola con i due figli. Con un taxi e le nostre buste con pentole e portapranzi andiamo, al 6° piano ci aspetta. Bell’appartamento grande...in tavola gia’ tante altre cose...nel pomeriggio le mie amiche hanno preparato di tutto...anche io ho contribuito con un insalatona all’taliana. L’atmosfera si fa allegra e la loro cugina fa di tutto per mettermi a mio agio...mi sento come a casa mia.
In tv...lo spettacolo...conto alla rovescia...brindiamo...ma non ricordo nemmeno quante volte abbiamo brindato...Anno Nuovo!

Nasdorovie (alla salute)! Scendiamo tutti appena dopo la mezzanotte per andare a vedere i festeggiamenti in strada...mi danno una specie di zainetto..mi rendo conto strada facendo che all’interno hanno messo una borraccia con mezzo litro di vodka e dei mandarini..ogni 10 minuti ci fermiamo, estraiamo dei bicchierini di plastica e facciamo un brindisi!

Siamo a –27°C c’è un leggero vento, intorno a noi gruppi di persone e la strada e il centro della citta’ pullula di ragazzi e ragazze sorridenti tutti, anche gli sconosciuti si augurano Buon Anno Nuovo (S’novim Godom!!!)…anche da lontano...anche da un lato all’altra della strada...siamo presi anche noi dall’euforia del momento. Capita di offire da bere ad altri passanti e capita che altri passanti offrano da bere a noi...molti sono “attrezzati” di “termosifone naturale”!
Destinazione la piazza dell’Hotel Artica dove c’è l’albero, tutta la piazza coperta di uno strato di neve ghiacciata. Fare una fotografia è un impresa...ed un rischio...da -20 a –30 hai solo 5 minuti di tempo per stare a mani nude, togliere i guanti e rimetterli...altrimenti non le muovi piu’..con cio’ che ne consegue. Gruppetti di ragazzi fanno il girotondo della piazza mano nella mano..ed afferrano la mia e io mi aggrego felicemente correndo unito all’allegra comitiva formatasi all’istante.
Dopo un oretta..torniamo a casa..stanchi..mezzi brilli…ma contenti..soprattutto io che ho passato un Capodanno del tutto insolito..ma sto benissimo…facciamo anche a gara di corsa sulla neve ghiacciata. Ricomposti, sono le 4 e mezza..altro taxi torniamo alla nostra base.. per risvegliarci a sera inoltrata il giorno dopo. Ci aspetta il giorno successivo una gita fuoriporta: le mie amiche hanno organizzato una scampagnata con barbecue..si parte..un’altra amica viene a prenderci con la macchina..ci aspettano 80 km di strada semighiacciata nella taiga..

localita’ Verhnetulomskij..vicino al fiume Tuloma..sorge un piccolo campeggio..un grande bungalow in legno..con una decina di stanzette..una sauna e un grande salone con un tavolone in legno.
Mi rendo conto che poi all’arrivo la comitiva è composta di altre due auto..saremmo circa quindici persone..amici ed amici di amici..ragazzi, ragazze e coppie con bambini..addirittura due cagnolini..tutti hanno portato delle vivande da casa..da mangiare e da bere..entriamo.. il proprietario del locale ci indica la temperatura al mattino al nostro arrivo, -27°C ed è in ulteriore diminuzione..mi rendo conto, che dalla doppia porta quando la gente entra..viene all’interno una scia di aria congelata..visibile come vapore ad occhio nudo.
All’interno il salone è pieno di fotografie con trofei di caccia e di pesca...con annessi animali del bosco imbalsamati...teste di alce, lince...ecc...io incuriosito mi metto a guardare...i proprietari del campeggio devono essere proprio degli appassionati. Infatti i boschi della penisola di Kola sono pieni di orsi, alci, renne, lupi, linci…e i corsi d’acqua ricchi di salmone..tutto contribuisce per me a creare un'atmosfera insolita e fiabesca.
A tavola tutto è pronto…le ragazze hanno riempito piatti con pasti di ogni tipo, insalate russe di tutti i tipi...non mancano poi un vino rosso della Bulgaria…(che sarebbe stato meglio che io non avessi bevuto)...oltre al cognac..all’ immancabile vodka..al whisky.. è il pomeriggio ma sempre notte...all’esterno…sul retro del camping...una piazza con un metro di neve…case abbandonate da chissa’ quanto fanno da sfondo…intorno a noi tutto silenzio…siamo in mezzo ai boschi!

Si comincia a preparare il barbecue...per i shashlik (spiedini), Sergei e Ruslan...e io do’ il mio contributo…siamo a -30° forse anche più...è difficile stare a mani nude...ogni tanto a turno ci togliamo i guanti..abbiamo a disposizione un sacchetto con ciocchetti di legna..ed una sacchetto di carbonella..con una bottiglia di kerosene.

Per il freddo addirittura il fuoco non prende facilmente..tanto che in un ora avremmo consumato mezzo litro di kerosene.
Finalmente ci siamo, la brace è pronta...anche se io sono mezzo congelato..anche se si è vestiti bene..stare due ore a -30 non è il massimo del piacere. Per fotuna ogni tanto la mia cara Olga mi porta un bicchierino di vodka per scaldarmi! Si rientra...con gli spiedini...io puzzo peggio di una capra essendomi affumicato alla brace...mangio di gusto...poi si balla...si canta al karaoke...sauna... doccia…letto crolliamo come le pere cotte.
Il giorno seguente al mattino, dopo un caldo the ristoratore con biscotti facciamo una passeggiata appena fuori al campeggio. Tutto è bianco, neve e ghiaccio, boschi di conifere…come al solito...addirittura per la prima volta nella mia vita vedo per la strada delle persone correre in motoslitta…incredibile! Ma a quella latitudine è normale...dopo pochi minuti di cammino...una casettina di legno..con annesso campo di pattinaggio all’aperto.
La truppa affitta per pochi rubli i pattini per il ghiaccio..io essendo negato rinuncio e faccio il fotoreporter delle mie amiche.. sapro’ successivamente che per loro è un appuntamento annuale...venire da queste parti dopo il Capodanno...infatti è un modo per riunirsi e raccontarsi come vanno le cose.
Sono quasi le due di pomeriggio, raduniamo le nostre cose, salutiamo ringraziando i proprietari, lasciamo il camping per fare ritorno a casa...la macchina non ha problemi...una spazzolata al tetto ed ai vetri per togliere la neve e si parte anche se la carrozzeria intorno ha delle belle placche di ghiaccio. Arriviamo a casa..sistemiamo le nostre cose… domani ci aspettano altre sorprese..
Sveglia alle 11.00, splendida colazione preparata dalla mia cara amica, omelette con salame e cipolla..con the’ verde..sfogliatine di mais con salmone fresco..mettiamo le calorie per la giornata..alla tv, Murmansk cannel segnala -29C. Ci prepariamo ed usciamo direzione porto: nave museo rompighiaccio a propulsione atomica “Lenin”, il primo rompighiaccio al mondo, ora è visitabile e staziona fisso al porto di Murmansk.

Nevica con dei piccoli fiocchi ghiacciati il nostro taxi sfreccia in mezzo al traffico all’ora di pranzo..una macchina ci tampona da dietro..ho fatto appena in tempo a sentire una frenata..purtroppo quello che ci precedeva non ha rispettato le distanze.. scendo un attimo mentre la mia amica rimane in macchina, mi viene quasi da ridere: il taxi nemmeno un graffio mentre l’altra auto il frontale distrutto..e dire che abbiamo una “Volga” che avra’ minimo 20 anni..ma indistruttibile.
Ci lascia di fronte al piazzale della biglietteria della stazione...qualche foto di corsa...entriamo per chiedere info...alle 15.00 c’è l’ultima visita alla Lenin ed è anche gratuita, siamo quasi al nostro turno, di fronte alla biglietteria un piazzale immenso...tutto bianco ghiacciato...un cane pastore tedesco, abbandonato, piange, infreddolito ed affamato, fa avanti e indietro dalla nave alle persone che escono, tanta la fame..a volte addenta zolle di neve..una pena incredibile..forse una fine certa.. ci avviciniamo alla scaletta della nave..gente che scende..saliamo.. tutto è congelato..nell’acqua del porto lastroni di ghiaccio, finalmente un po’ di calore all’interno, ragazzi della marina militare ci guidano per tutto il percorso.
Varie sale…in questa grande nave..il prestigio della marina mercantile del nord della russia...attiva dal '59 all’89..ha navigato in tutto il mare di Barents, Siberia compresa...all’interno foto storiche..avvistamenti di orsi polari e incontri ad alto livello con politici dell’epoca. Mai entrato in vita mia in un rompighiaccio atomico, in una delle sale…si vede attraverso una vetrata il reattore atomico ormai privo del suo combustibile.
Arriviamo in ultimo al ponte di comando..dove dall’alto si vede il fabbricato della biglietteria del porto...è finita la nostra visita e ci accingiamo all’uscita. Camminiamo, il tempo è davvero inclemente e insieme alla temperatura ci si è messo anche un venticello che ci fa diventare le ciglia bianche come fossero di farina.

L’umidita’ delle ciglia e del naso congela e mi sento come la brina quando chiudo gli occhi. Ci riscaldiamo in un bar, vicino alla ferrovia, non lontano dal porto un the’ caldo fa sempre piacere.
Ritorno a casa, passiamo al supermercato, prendiamo alcune cose ed eccoci al nostro rifugio. Il giorno dopo visita al museo di storia e natura della penisola di Kola..è il mio penultimo giorno, voglio assolutamente prendere un ricordo per me, entriamo, biglietto con extra per le fotografie da poter scattare internamente. Al pian terreno cartelloni che indicano le attività economiche della penisola.
Non sembrerebbe ma sono presenti multinazionali petrolchimiche, estrattive di minerali, della pesca..colossi economici da far impallidire le nostre grandi aziende, all’interno animali dei boschi di ogni grandezza e specie, tutti imbalsamati. Al terzo ed ultimo piano la storia della penisola di Kola a partire dai Sami (Lapponi della parte Russa), che ora vivono confinati come gli indiani d’America...fino alla seconda guerra mondiale...con reperti storici...fusoliere di aerei della Lutwaffe, carte d’identita’ di militari Russi caduti sul campo e poi decorati...molto toccante...fotografie dell’epoca...scarpe...fucili...gavette...stemmi dell’ex Urss...con effige di Lenin e Stalin…

Faccio un po di foto e finiamo la nostra visita, si scende, prendo come souvenir un bel quadruccio..su consiglio della mia dolcissima amica, con bassorilievo di roccia dipinta a mano..e sotto in cirillico la scritta “Murmansk”, molto carino. La mia amica mi prende una cartolina per ricordo…mi sento un po’ triste..il mio cuore comincia a sentire il distacco.
Ci avviamo verso a casa…stasera cena ad un ristorante...appena fuori Murmansk..siamo in quattro..io, la mia cara amica...sua sorella ed il suo ragazzo Aleksei, di cui faccio conoscenza...ristorante sulla Kolski prospekt, la strada che ho percorso per venire in citta’ la prima volta.

Entriamo, appesi ai muri ci saranno una cinquantina di orsi imbalsamati (le pelli) a testa in giù…pelli di volpi delle nevi.
Attratto da qualcosa di particolare ordino della carne di renna anche su consiglio degli amici, purtroppo mi aspettavo di meglio, sembrava “vecchia” e stoppacciosa..sarebbe stata meglio una zuppa di legumi e pollo..mangio il contorno di pure’ e funghi, perlomeno è commestibile. Offro la cena anche se tutta la compagnia ha insistito per voler fare a meta’…io ormai ho deciso. Volevo farlo per gratitudine e per il piacere di farlo. Facciamo delle foto ricordo al ristorante..e ci avviamo verso casa.
L’indomani ultimo giorno, la sera siamo invitati a casa di Aleksei…con sommo piacere delle fanciulle, io ed Aleksei cuciniamo..e loro sono sedute che ci guardano e sorridono...io preparo gli spaghetti con il tonno anche se purtroppo scopro quando arriviamo a casa che le scatolette che ho preso sono di sgombro...pazienza...verra’ buona lo stesso! Aleksei prepara un insalata russa...ottimo cuoco...ha in casa coltelli professionali e vedo che è molto meticoloso nella preparazione...mentre lui prepara l’insalata e degli ottimi filetti di salmone fritti io preparo la pasta.
E’ un clima perfetto…sto proprio bene...sembra come di conoscerci tutti da una vita...a volte la latitudine, la differenza di etnia o di religione sono inconsistenti se si sta bene insieme. Finita la cena apriamo una bottiglia di Santa Cristina che avevo comprato pochi giorni prima al supermercato locale, ci spostiamo in sala da pranzo arredata in stile etnico con cuscini sul pavimento, luci soffuse, accompagnati dalla musica indiana di cui Aleksei è appassionato. Ho portato la mia fotocamera, scarichiamo le foto nel pc, le guardiamo e le commentiamo ridendo, poi ci mettiamo a vedere le foto di Aleksei e del suo recente viaggio in India, migliaia di foto scattate in un mese di permanenza nell’estate recente si fa l’una di notte, dobbiamo tornare a casa e io devo preparare le valigie..alle quattro mi devo alzare.

Preparo le valigie...come sempre all’ultimo momento...ma stavolta sono semivuote...erano piene di regali e di cose da mangiare all’andata. Olga si alza con noi per salutarmi…siamo tutti un po tristi. Velocemente trangugio un the’, il taxi ci aspetta gia’ sotto casa e dobbiamo arrivare a prendere la prima Marshrutka delle 5.20...non possiamo perderla altrimenti salta tutto...mentre passiamo il display del supermarket segna -21°C. Julia è con me in Marshrutka (il tragitto 40 minuti) mi accompagna all’aeroporto, la saluto velocemente con la speranza di tornare un giorno a queste latitudini. Lei si avvia al lavoro al suo desk ed io mi avvio al check-in.
E’ stata un esperienza che mi ha decisamente arricchito, è un viaggio che desideravo con tutto me stesso, ho incontrato gente gentilissima, sempre con il sorriso e piena di vita. Quella vita che non mi aspettavo di trovare “quassù”. Lo consiglio ai veri appassionati di viaggio, in inverno non si scherza, bisogna venire equipaggiati con abiti adatti, senza improvvisare, le temperature sul Circolo Polare Artico impongono tutto il loro rigore, non escludo la necessita’ anche di un pizzico di follia...diciamo l'abbigliamento da sci puo’ andare bene.
Io avevo pantaloni intimi di lana e cotone 1° strato..una tuta elasticizzata per correre d’inverno 2° strato, e jeans 3° strato, (devo dire che i jeans d’inverno tendono ad attirare il freddo quindi sono inadatti)..ho visto che la maggior parte delle persone indossava a vista dei pantaloni per tuta sintetica e impermeabile.
Sopra avevo maglia di lana cotone intima a maniche lunghe, maglione a collo alto sintetico, molto spesso e un giubbotto in Gore-tex che mi ha gia’ accompagnato nell’inverno di Stoccolma e San Pietroburgo, ai piedi le protagoniste Timberland a stivaletto in pelle idrorepellente e con fondo in “carro armato” per rimanere ancorato al fondo ghiacciato del 68esimo parallelo, guanti da sci imbottiti con fodera in Gore-tex lunga e calda sciarpa di lana, un cappelletto di lana spessa, un colbacco in lana sintetica per coprire anche le orecchie e il collo.

Per quanto riguarda la “vita” a Murmansk c’è, la gente non si fa problemi ad uscire a qualsiasi ora e con qualsiasi temperatura, (addirittura ho visto una ragazza in minigonna e calze a -30!!). Le ragazze spesso hanno addirittura gli stivali con i tacchi a spillo e sono abituate a camminare sulle strade ghiacciate, (le mie amiche avevano l’ausilio di tenermi sottobraccio), spesso non mettono la sciarpa davanti alla bocca per non “rovinarsi” il make up..:-) quando si dice ..”femminilità”.
Ragazzi..spero di non avervi annoiato con la mia recensione...scusate gli errori , ma ho scritto di fretta. Sono a Vostra disposizione per quello che potro’ per ogni chiarimento possa necessitarvi.
Un caro saluto a tutti

periodo: capodanno

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